Libera e Calabria con don Pino Demasi… è forte il desiderio della giustizia

 

Il 26 agosto scorso con un gruppo di amici ero ospite di don Pino Demasi, referente dell’Associazione “Libera” della Piana di Gioia Tauro. Si è visitata la sede  delle attività formative ed imprenditoriali (un bene sequestrato alla mafia). Nonostante la paura è forte il desiderio della giustizia.

Di seguito gli audio della:

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Don Pino Demasi è nato a Cittanova (RC) nel 1951. Parroco e… Vicario Generale della Diocesi di Oppido-Palmi attualmente è referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro. Ordinato sacerdote nel 1975, quindi prima Vice parroco e poi Parroco a San Ferdinando (RC) fino al 1984. Dal 1984 è Parroco della Parrocchia di S. Maria V. in Polistena. Fondatore e tuttora presidente dell’Associazione “Il Samaritano” che è promotrice di diverse attività per giovani, disabili e per la popolazione tutta. E’ anche presidente dell’osservatorio giovanile e del comitato cittadino antimafia. Dal 2000 è referente della Piana di Gioia Tauro dell’Associazione “Libera”, ed è uno dei protagonisti in Calabria della lotta alla mafia. Promotore della Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra, la prima cooperativa in Calabria che lavora sui terreni confiscati alla mafia.

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Viaggio in Thailandia

Ripropongo un articolo già apparso nel blog a dicembre 2015 corredandolo delle foto del viaggio in Thailandia.

ThailandiaFebbraio 2015. Mi trovo coinvolto in un viaggio missionario assieme ad un gruppetto di preti fidei donum e a un paio di laici. Meta: le due missioni animate da sei preti fidei donum delle diocesi del Nord Est Italia. Mesi prima decido di partire, non troppo convinto. Mi piace viaggiare, tuttavia non sono particolarmente attratto dall’Asia. Vengo vinto dall’insistenza del mio vescovo. Evidentemente ora mi devo ricredere. Sembrerà banale, ma il ricordo che più mi si è stampato dentro è un’esperienza di tipo gustativo e olfattivo. E’ sufficiente che ci pensi un attimo, o che senta un odore speziato e le ‘narici’ della mia memoria si attivano immediatamente. E’ un’esperienza che sintetizza la permanenza in Thailandia con tutte le sue sorprese. Ricordo di un pranzo festoso, consumato all’aperto in un bel ristorante locale, organizzato dai missionari per darci un’idea dei colori e sapori della cucina nazionale. Arrivano in sequenza quasi precipitosa piatti, vassoi e zuppiere con verdure, carne e pesce dai colori calibrati ed invitanti. All’assaggio per il mio palato, forse un po’ troppo esigente ed educato alla cucina mediterranea, un’esplosione di sapori piccanti e pungentissimi mi riempie il palato, risale per le narici, irrompe nel cervello, lasciandomi quasi stordito e disgustato da tanto eccesso e contrasto. L’appetito e l’acquolina cedono il passo al sospetto. Impossibile mi dico adattarsi. Come si fa? Troppo distante dalla mia sensibilità. La Thailandia, terra dei sorrisi e dei fiori, dove tutto parla di incanto e di serenità, nasconde sotto la pelle dei contrasti fortissimi, direi micidiali. Nel paese la rete internet e i servizi tecnologici sono all’avanguardia, ci superano di due falcate, eppure basta spostarsi con le jeep dei missionari nelle foreste del nord e si incontrano villaggi di palafitte abitati da gente povera. La vita monastica e dei santuari sembra similare a quella europea, poi ascoltando e approfondendo ci si avvede delle distanze siderali. Una sera rimango affascinato nel seguire un ragionamento fatto da un missionario circa il concetto buddhista di realtà. Per noi occidentali, figli della filosofia greca, la realtà coincide con l’esperimentabile e con la verità oggettiva, per il buddhismo theravada essa è generata dal desiderio: impressionante! Quindi: altre categorie, altre visioni, altri procedimenti mentali e filosofici dettano le regole. I visi levigati e dolci della gente, ad iniziare dalle giovani donne, vengono reintrepretati quando sentiamo raccontare di struggenti tristezze che abitano gli animi di questo popolo. Che contrasti! Come quello tra il pudore nell’abbigliamento e nelle immagini pubblicitarie in rotta di totale collisione con la famosa industria del sesso (avviata dagli Stati Uniti durante il conflitto con il Vietnam), di cui non si vede traccia esterna. Sconcertante pure lo stile evangelico dei preti italiani: ritmi rallentati e meno convulsi, amore e rispetto per la cultura e le tradizioni religiose, generosità elargita spontaneamente, affinata sensibilità per intercettare i bisogni di trascendenza. Un ‘contrasto’ deciso con i nostri appetiti e gusti pastorali di riuscita immediata e di consenso. Una storia di chiesa in uscita che non pretende di raccogliere folle, ed è felice di spendersi con gratuità, di annunciare il vangelo, l’interesse di Dio per l’uomo. Grazie cara Thailandia!

Articolo pubblicato su IRIDE, bollettino delle parrocchie di Villotta-Taiedo – Dicembre 2015

 

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Clicca per visualizzare le foto del viaggio.
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Aromi e miasmi peruviani

Ripropongo un articolo già apparso nel blog a novembre 2014 corredandolo delle foto del viaggio in Perù.

DSC_0967Metà mattina dello scorso Novembre. Siamo dieci di noi alla periferia estrema e più degradata di Lima. Ci accompagna Padre M. Un comboniano sulla sessantina, portoghese. Ci è stato segnalato da un confratello dello stesso istituto nostro amico. M. armeggia bene con l’italiano. Sembra goderne. Un ‘combi’ (pulmino), come viene chiamato da queste parti, ci scarrozza sulla collina sulla quale ora stiamo passeggiando. Non tutti se la sono sentita di salire a bordo del ‘mezzo pubblico’. Dalle nostre parti sarebbe consentito dalla legge e dalle regole dello spazio salirci al massimo in nove, oltre all’autista. Eravamo in ventidue. Il missionario divertito di fronte alle nostre facce incredule ci racconta che è normale, anzi può arrivare a caricarne altri di passeggeri. Mentre cerchiamo di sdrammatizzare, e uno di noi tiene chiusa ‘a mano’ una porta laterale, che aveva l’intenzione ad ogni sbalzo di aprirsi, iniziamo ad aspirare l’odore dei poveri. Gli occhi europei e raffinati non possono far a meno di notare con disgusto la tappezzeria lercia e sbrindellata. Appena scesi zampettiamo sulla sabbia. Nella zona da esplorare si trova un ampio e modesto capannone. La parrocchia lo ha fatto costruire per stare tra i più poveri. Qui prima dell’invasiones, come in tutta la periferia, si adagiavano e allungavano solo colline di nuda sabbia. Lima è posizionata sull’oceano pacifico e le correnti fredde del mare impediscono alla pioggia di cadere. Così sull’intera linea di costa del Paese sino a 100 e più km all’interno regna il deserto. M. ci racconta come è spuntato il quartiere. E’ una storia che si è ripetuta per tutti gli altri pezzi che compongono l’impressionante periferia. Ad iniziare dalla fine degli anni ’80 sino ai primi degli anni ‘90 sciami di famiglie sono scappate dalla foresta e dalla sierra per difendersi dalla violenza del terrorismo e dei narcotrafficanti. Arrivando, e viste le condizioni climatiche che lo consentivano, occupavano abusivamente un pezzo di terra. Bastava piantare quattro pali e stendere nelle semplici stuoie orizzontalmente e sulla sommità. Per anni presidiano la postazione e attendono con pazienza che il governo si decida a concedere la proprietà. Nel frattempo ci si organizza per sopravvivere, non essendoci acqua, né un minimo di sistema fognario e luce. Lima è costantemente sotto una inesorabile cappa grigia di nuvole e di nebbia. La sola pioggia che si conosce è la garùa quando l’umidità supera il 100%, una pioggia finissima che rimane sospesa nell’aria. Immaginatevi l’odore. Tutto il preambolo l’ho fatto per arrivare qui, all’intenso e disgustoso odore. Nulla può essere lavato e purificato, la sabbia è pullulante di malattie. Mi prende una sensazione profonda di tristezza. La percezione olfattiva richiama qualcosa come l’immondizia bruciata, miscelata a liquami stagnanti. La fantasia e la memoria mi riportano a quando bambino in campagna arrivava la stagione di ammazzare il pollame. Tutte le donne si industriavano per spennare le povere bestie, alle quali era stato tirato il collo, sbollentandole nell’acqua di grandi pentoloni in alluminio, che borbottavano sul fuoco di legna. All’inizio l’odore era accettabile, poi si traduceva in un lezzo insopportabile. Parla uno che è nato in campagna. Precisamente, eravamo in mezzadria. Gli escrementi degli animali noi bambini li avevamo sotto gli occhi tutto il santo giorno. Anzi, ci giocavamo. Non entro nei particolari perché creerei solo ripugnanza. Ma per noi allora andava bene così. L’odore della periferia di Lima supera la mia soglia di tolleranza del repellente. Eppure ne ho ‘annusate’ altre di periferie come quelle di Nairobi, dove a detta dei missionari brulicano i peggiori slam della terra, o quelle di Deli in India. Mentre Padre M. ci espone la vita dei poveri, le contraddizioni della capitale, e i progetti della parrocchia l’ammorbante fetore mi ‘penetra nel cervello’. “Che schifo!”: commento tra me. Tuttavia ascolto con molta attenzione. Quasi a conclusione del suo intervento, Padre M. abbassa la voce e ci confida, aspirando come si fa in alta montagna l’aria pulita e ricca di ossigeno: “Senti! Che meraviglia! Questo per me è vita, è ossigeno puro…”. Gli occhi gli si inumidiscono, e continua: “Se non fosse per i poveri avrei già perso la mia vocazione. Qui è una gioia, una festa per me!”. Arrossisco di vergogna. Comprendo sino in fondo, e solo ora, che significa ‘avere l’odore delle pecore’. La motivazione più forte che mi muoveva per visitare un paese latinoamericano era il desiderio di conoscere la realtà sociale ed ecclesiale. Finalmente, e commosso a mia volta, ero servito. Incredibilmente bello verificare come l’amore trasfigura anche gli odori. M. aspirava il ‘profumo di Cristo’ (2 Cor 2,15), il buon aroma del vangelo, la fragranza della sua vocazione.

 

untitledClicca per visualizzare l’album delle foto del viaggio
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Ravenna – Pellegrinaggio catechisti UP di Chions

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Siamo rientrati da poche ore dal pellegrinaggio dei catechisti della nostra Unità Pastorale a Ravenna e la mia mente è affollata da immagini, volti, incontri ed emozioni vissute. Provo a fare un po’ d’ordine. Quando ero bambina avevo un piccolo e comunissimo portagioie a cassettini dove all’interno custodivo gelosamente i miei “tesori”. Ravenna è proprio come quel portagioie: ad un primo sguardo appare una cittadina qualunque ma quando apri uno dei cassetti o meglio appena varchi la soglia di uno dei suoi monumenti ti rendi conto che contiene tesori preziosi di rara bellezza non a caso riconosciuti patrimonio dell’Unesco. Non si può non rimanere rapiti dai tanti tasselli colorati e luminosi dei suoi mosaici e si potrebbero passare ore alla ricerca dei dettagli contemplando lo splendore di vere e proprie omelie che ‘parlano’ attraverso disegni e colori. Credo che mi porterò nel cuore a lungo l’immagine del Buon Pastore del mausoleo di Galla Placidia dove Gesù è rappresentato come un giovane Pastore seduto in mezzo alle sue pecore e con la mano destra accarezza il musetto di quella più vicina a Lui. La sua collocazione sopra la porta ha un chiaro significato escatologico: “In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore” (Gv 10,7) e “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). La sensazione da credente è quella di fare un’esperienza totalizzante dei sensi. Non perdo una parola di Giovanni, la nostra meravigliosa guida, che come un bimbo mi conduce per mano dentro all’opera. Vi è equilibrio e il mio sguardo è rapito da come tutto parli di vita: la giovane età di Gesù, il giardino rigoglioso, le pecore … Riesco a gustare la dolcezza paterna di quella carezza donata alla pecorella più vicina a Lui. All’interno del piccolo mausoleo siamo in tanti ed è impossibile non sfiorarsi, toccarsi … incontrarsi. Le sei pecore attorno a Gesù guardano al Pastore e noi, tutti con il naso all’insù, stiamo facendo la stessa cosa. Noi siamo il prolungamento di quelle sei pecorelle raffigurate, siamo il resto del gregge in ascolto della Parola del Buon Pastore che con tenerezza conduce per mano lungo il sentiero della vita a volte semplice altre particolarmente difficile. Sta ricominciando a piovere e dalla porta entra il profumo della terra bagnata, respiro a fondo e riempio i polmoni del buon odore della terra umida feconda e generatrice di vita. Mentre esco dal mausoleo mi rendo conto che i miei sensi fisici sono diventati «porte dell’anima» capaci di farmi cogliere una realtà che va oltre lo splendido mosaico che ho sopra la mia testa. Porte capaci di aprire il mio cuore ad una nuova lettura della realtà che mi circonda illuminata dalla luce che s’irradia nel mistero della Pasqua, luce da Cristo verso l’umanità intera.

(Raffaella Rosset)

ITINERARIO DI VITA CRISTIANA …

LA FEDE ANNUNCIATA

Sant’Apollinare in Classe – Audio Commento

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Sant’Apollinare Nuovo – Audio Commento

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CRISTO VERO DIO E VERO UOMO

Battistero Neoniano – Audio Commento

 

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L’EUCARESTIA

Museo Arcivescovile – Audio Commento

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Basilica di San Vitale – Audio Commento

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LA VITA ETERNA

Mausoleo di Galla Placidia – Audio Commento

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Santa Maria Maggiore – Audio Commento

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untitledClicca sull’icona per visualizzare tutte le foto del pellegrinaggio

 

 

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Gli audio commenti ai monumenti e alle opere sono a cura della nostra guida : Giovanni Gardini

Giovanni Gardini ha conseguito il Baccellierato in Teologia e la Licenza in Teologia dell’Evangelizzazione presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna ha conseguito il Baccellierato e la Licenza in Archeologia cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana a Roma. Ha inoltre conseguito la Laurea Magistrale in Storia, tutela e conservazione delle opere d’arte presso la Facoltà di Beni Culturali di Bologna, sede di Ravenna. Ricopre l’incarico di Consulente per i Beni Culturali della Diocesi di Ravenna-Cervia. E’ giornalista pubblicista e guida turistica per la regione Emilia- Romagna. Maggiori info nel suo sito: https://giovannigardini.wordpress.com/

 

 

 

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Rinascimento e sapori in Toscana … estate 2015

 

Poggio alloro veduta su San Gimignano copia

Fine agosto 2015, bagagli pronti da giorni. Con largo anticipo ci presentiamo davanti la Chiesa ansiosi di partire per quella che è ricordata ancora in famiglia come qualcosa di più di una semplice vacanza estiva. Il piazzale si anima di volti noti e meno noti. “Ma, hai dormito?” è la domanda di un amico che mi conosce talmente bene da riuscire a leggere nei miei occhi i segni di una notte insonne in preda ad un mix di emozioni altalenanti fra entusiasmo e ansia. Siamo l’unica coppia con figli e le domande si accavallano: “Ci integreremo nel gruppo?”, “I bambini reggeranno sette giorni dentro e fuori da musei e Chiese?”. Da genitori sappiamo che probabilmente dovremo rinunciare ad alcune tappe per non creare disagio al gruppo trovandoci magari a placare una crisi di pianto da stanchezza nel bel mezzo di una visita guidata. I bambini però ci stupiscono fin da subito con la loro innata curiosità e capacità di sapersi meravigliare partecipando a tutto e riuscendo, attraverso giochi improvvisati e tanta fantasia, a trasfigurare i momenti di noia che, inutile negare, ci sono stati. Ricordo la visita alla Galleria dell’Accademia di Firenze: sono le prime ore del pomeriggio e in piena digestione (ma quanto non è buona la cucina toscana!) ascoltiamo assonati, tutti quanti nessuno escluso, la guida. Davanti alla statua del David di Michelangelo la piccolina di casa è seduta nei miei piedi trasformati in un cuscino improvvisato. Più la guida cerca di coinvolgerla più cresce il mio imbarazzo nel constatare che è attratta più dai sandaletti colorati che dalla bellezza dell’opera davanti ai nostri occhi. Esco chiedendomi quanto poco deve esser rimasto nella sua testolina. La sera stessa, fra una coccola e l’altra, mi lascia senza parole: “Mamma oggi mi è piaciuto il bagno nella vasca dell’albergo e l’uomo con il sasso!”. Ero convinta che non lo avesse nemmeno guardato e invece era riuscita a cogliere l’essenza del David racchiusa in quel sasso che stringe nella mano.

I giorni sono passati velocissimi portandosi via tutte le mie preoccupazioni. Ci siamo integrati al gruppo fin dai primi istanti ed è stato come essere in una grande famiglia dove i bambini erano le mascotte attorniate da zii e nonni che con dolcezza li hanno accolti senza viziarli. Costantemente immersi fra natura e arte in più occasioni mi sono trovata ammutolita davanti alla bellezza di uno scorcio toscano, di un’opera d’arte o di un gesto. Ho cercato di ‘far scorta’ il più possibile di immagini, suoni, gusti e profumi assecondando più volte il mio desiderio di fermarmi per ascoltare: con le orecchie, con gli occhi, con la bocca, con il cuore. Mi sono tornate alla mente le parole del cardinal Martini nella sua ultima lettera pastorale che trovo più che mai attuale: “In questo mondo occidentale, caratterizzato da demotivazioni e stanchezze … che cosa ci può dare un colpo d’ala, un cambiamento di marcia, un orizzonte di gioia e speranza? LA BELLEZZA”. La bellezza che in un’opera d’arte sia esso un quadro o un paesaggio della natura ci fa andare oltre all’esteriorità facendo nascere dentro di noi sorpresa, meraviglia, attrazione, entusiasmo … gloria. Come non ricordare allora le parole di Benedetto XVI: Tutte le grandi opere d’arte sono una epifania di Dio e la prova di Dio è la bellezza.

Credo che indipendentemente dall’età, grandi e piccini, più che un bagno fra natura, sapori e arte toscana abbiamo fatto un bagno nella bellezza in senso ampio compresa la bellezza delle relazioni che ha visto rafforzare i vecchi legami e nascerne di nuovi destinati a crescere e durare nel tempo. Penso che potrei scrivere ancora per delle ore su questa vacanza ma rischierei una bulimia di parole! Meglio allora imparare dai più piccoli e dai loro gesti evangelici come quello di mio figlio che per esprimere la propria gioia l’ultima sera ha chiesto cortesemente ad una persona per lui speciale in questo viaggio di abbassarsi e portarsi alla sua altezza per poterlo abbracciare e sussurragli all’orecchio un ‘semplice grazie’ per questa stupenda vacanza… in fondo questo movimento di abbassarsi e alzarsi ricorda molto Dio che si abbassa e tramite il Figlio parla a tutti noi anche attraverso questi piccoli gesti.

Raffaella Rosset

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Clicca qui per visualizzare il video “Rinascimento e sapori in Toscana … in viaggio con don Fabrizio”

 

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Pellegrinaggio francescano: terzo giorno

untitledDiocesi di Concordia – Pordenone

Assisi. Pellegrinaggio Sacerdoti

31 marzo: Terzo giorno

 

 

Nella mattinata:

S. Maria degli angeli

Visita al santuario di S. Maria degli Angeli

Audio-commento 1 – S. Maria degli Angeli a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

 

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Audio-commento 2 – S. Maria degli Angeli a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

Porziuncola

 

 

Audio-commento 3 –  S. Maria degli Angeli a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

San damiano

 

Visita al santuario di San Damiano

Audio-commento al santuario di San Damiano a cura di Don Chino Biscontin

 

 

San damiano interno

 

 

 

 

 

 

rivotorto esterno

 

Visita al santuario di Rivotorto

Audio-commento al santuario di Rivotorto a cura di Don Chino Biscontin

 

 

rivotorto

 

 

 

 

 

 

 

Nella pomeriggio:

San rufino

Visita alla Cattedrale di San Rufino

Audio-commento 1 – cattedrale di San Rufino a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

san rufino pavoni

 

 

 

 

 

 

san rufino evangelisti

 

 

 

 

 

 

san rufino madonna

 

 

 

 

 

 

San rufino battistero

 

Audio-commento 2 – cattedrale di San Rufino a cura di Don Chino Biscontin

Audio-commento 3 – cattedrale di San Rufino a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

 

 

casa natale 2

 

Visita alla casa natale di San Francesco

Audio-commento casa natale di San Francesco a cura di Don Chino Biscontin

 

 

casa natale 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

basilica di santa chiara

 

Visita alla Basilica di Santa Chiara

Audio-commento Basilica di Santa Chiara a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

piazza del comune

 

 

Visita Piazza del Comune

Audio-commento Piazza del comune a cura di Don Chino Biscontin

 

piazza-del-comune misure

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

basilica inferiore

 

Visita alla Basilica di S. Francesco

Audio-commento 1 – Basilica inferiore a cura di Don Chino Biscontin

 

 

basilica inferiore transetto 1

 

 

Audio-commento 2 – Basilica inferiore a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

 

 

 

 

basilica inferiore cimabue

 

 

 

 

 

 

 

 

basilica inferiore allegorie

 

 

 

 

 

 

 

basilica inferiore madonna col bambino

 

 

Audio-commento 3 – Basilica inferiore a cura di Don Chino Biscontin

 

 

basilica inferiore vetrate

 

 

 

Audio-commento 4 – Basilica di S. Francesco a cura di Don Chino Biscontin

 

 

 

 

 

basilca inferiore giotto

 

 

 

 

 

 

 

basilica inferiore giotto sogno

 

 

 

 

 

 

 

 

basilica inferiore giotto san damiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

tomba san francesco

 

 

Omelia di Don Chino Biscontin

 

 

 

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Pellegrinaggio francescano – Primo giorno

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Diocesi di Concordia – Pordenone

Assisi. Pellegrinaggio Sacerdoti

29 marzo: Primo giorno

 

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Nella mattinata visita al Santuario francescano “La Verna”

Audio-commento di Don Chino Biscontin

 

 

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Audio-commento alle opere e alle reliquie del Santuario a cura di Don Chino Biscontin

 

Annunciazione di Della Robbia

 

 

 

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Ascensione di Gesù di Della Robbia

 

 

 

 

 

 

 

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Natività di Della Robbia

 

 

 

 

 

 

francesco saio

 

 

Saio di San Francesco

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sant’Antonio Abate di Della Robbia

 

 

 

 

 

crocefissione la verna

 

 

Crocifissione di Della Robbia – Cappella delle Stimmate

 

 

 

 

 

 

Eremo di Montecasale Sansepolcro

 

Nel pomeriggio visita all’eremo di Montecasale (Sansepolcro)

 

 

 

 

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