Impariamo la gioia di amare

auguste-rodin-la-cattedraleIl titolo del Sussidio Quaresima 2017 “Impariamo la gioia di amare”, con sottotitolo “La famiglia casa della felicità e della tenerezza” suona allettante e ricco di speranze educative. Riflettendoci bene, appare non ben coordinato con il tenore spirituale della Quaresima, incline all’austerità e alla penitenza. Il chiarimento viene dall’obiettivo di fondo sul quale ci siamo accordati con l’equipe che ha ideato e realizzato lo strumento che avete tra le mani. Eccolo: “Sussidiare un itinerario quaresimale di conversione per incoraggiare la famiglia, e tutti coloro che intendono ascoltare il Vangelo, ad essere casa di ospitalità e di fecondità. Stimolare e coinvolgere la famiglia perché eserciti il suo servizio educativo, e così si apprenda con gioia: la bellezza della fede, l’apertura alla vita, l’arte della riconciliazione, il dialogo intergenerazionale, la preghiera fiduciosa, alla prossimità con i poveri”. La struttura la conoscete. Per i neofiti sarà sufficiente scorrere l’indice e consultare alcune pagine per cogliere qualità e senso. Si è deciso di seguire, tenendoli legati assieme, il percorso catecumenale dei vangeli delle domeniche, le suggestioni di alcuni numeri di Amoris Laetitia e i punti salienti della lettera pastorale del vescovo ‘I passi della misericordia’. Vi segnaliamo come elementi di novità innanzitutto la proposta di “The little angels” (I piccoli angeli), ovvero una offerta di Liturgia della Parola o se volete di Messa per i fanciulli. Il progetto The little angels ha conosciuto l’interesse e il plauso degli Uffici Catechistico e Liturgico nazionali. E l’idea di “Un cinema insieme” per spendere un pomeriggio divertente e formativo in casa. Osservando come dall’alto l’impianto del Sussidio e tutte le sue componenti rivado con immediatezza alla ‘Cattedrale’ di Auguste Rodin. La trovate come immagine di copertina. La scultura raffigura due mani di pietra in verticale. Esse danzano, si cercano e si corteggiano, sono infatti due mani destre, di una coppia, uguali per dignità eppure differenti nell’identità. Secondo l’interpretazione di Sr. Gloria Riva, esperta di arte e catechesi, la mano a forma di coppa è quella della donna, ricettiva e ‘sottomessa’, messa sotto. Intendendo con tale espressione il suo essere fondativa e generativa. Ella tiene in piedi l’insieme, altrimenti l’uomo morirebbe nella sua solitudine e la costruzione della casa imploderebbe su se stessa. La mano dell’uomo è protettiva e svettante, non stringe morbosamente a sé. E’ la mano del padre che indica la direzione. Le due mani sono chiamate ‘La cattedrale’ perché richiamanti la Cattedrale di Chartres, con le sue due imponenti torri. Senza troppo sforzo vi possiamo intuire una luce custodita dai due. La Cattedrale di Rodin diviene per noi quindi icona della famiglia così come la sogna il Creatore, piccola chiesa e cellula base dell’organismo sociale. Confidiamo che il Sussidio utilizzato con intelligenza e creatività possa essere materiale umile e prezioso per incoraggiare la famiglia a diventare quella che è, tanto per parafrasare un felice slogan di San Giovanni Paolo II (cfr Familiaris Consortio). La gioia non si farà attendere. Buona Quaresima!

Presentazione Sussidio Quaresima 2017 – Diocesi Concordia-Pordenone

Don Fabrizio

 

Il sussidio sarà presto on-line nel sito http://www.pastoralepn.org/

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Misericordia scandalosa

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Audio Omelia 13.03.2016

Quinta domenica di Quaresima – 13 marzo 2016

Letture Is 43,16-21; Sal 125; Fil 3,8-14; Gv 8,1-11

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

 

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

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Ri-generati nell’utero del Padre

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Cliccando sull’immagine è possibile visualizzare la tenerezza dei movimenti di un bimbo in grembo. Sinfonia del generare e analogia dell’esperienza d’essere ri-generati nelle viscere materne di Dio.

 

 

 

 

 

Audio Omelia 06.03.2016

Quarta domenica di Quaresima – 06 marzo 2016

Letture Gs 5,9-12; Sal 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

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Conversione? Sì ma a piedi nudi …

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Cliccando sull’immagine è possibile vedere un frammento della performance di Simona Atzori poliedrica artista (ballerina, pittrice e scrittrice) nata senza braccia.

 

 

 

 

 

Audio Omelia 28.02.2016

Terza domenica di Quaresima – 28 febbraio 2016

Letture Es 3,1-8.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13, 1-9

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

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L’ora della prova, «L’ora di Dio»

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Audio Omelia 14.02.2016

Prima domenica di Quaresima – 14 febbraio 2016

Letture Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10, 8-13; Lc 4,1-13

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

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