Firenze 2015 – V° Convegno ecclesiale nazionale

collegamento pastorale 06.11

Dal 9 al 13 Novembre 2015 la Chiesa che è in Italia celebrerà il V Convegno Ecclesiale. Lungo una delle vie principali di Pordenone raccolgo una battuta uscita spontanea da una coppia di amici di mezza età. Precisamente dalla signora. Ecco lo scambio. Io: “Il prossimo anno celebreremo a Firenze il Convegno Ecclesiale Nazionale. Peccato! Sarà immediatamente dopo il Sinodo. Passerà quasi inosservato!”. Lei: “Di che si tratta?”. “Si parla di umanesimo, di umanesimo cristiano”. Reazione sorpresa e divertita: “Cheee?”. La tipa nella sua semplicità aveva afferrato, e a ragione, che sicuramente si tratta di un meeting con dei contributi teologici di alto livello, ma dando per scontato sia roba per addetti ai lavori, sbagliandosi. I titolo al completo recita ‘In Gesù Cristo il nuovo umanesimo’. Non ci si limiterà ad una riflessione di taglio filosofico, o alla memoria storica dello straordinario patrimonio culturale dell’umanesimo cristiano. Nemmeno ci sia accontenterà di uno scambio di esperienze significative in atto nella chiesa italiana. Sarà innanzitutto un evento pastorale. Si evince chiaramente l’intenzione di fondo dal testo ‘Invito al Convegno’ a firma di S.E. Mons. Cesare Nosiglia presidente del comitato preparatorio. Suggestivo un passaggio, di ispirazione agostiniana, del documento. Si afferma che l’uomo è fatto da Dio e quindi fatto per vivere di fronte a Dio. Lo si toglie così dalla solitudine o dalla presunzione di essere ‘tremendamente’ importante. E’ un vangelo, una buona notizia, che lungi dall’ingabbiare e annullare la libertà, allarga all’infinito il cuore umano. Lo salva dalla tentazione di avvitarsi, di ripiegarsi ingobbito preso dalla sua autoreferenzialità. Gli consente di esperimentare la gioia di sentirsi amato e di imparare ad amare alla maniera di Dio. Si sentirà chiamato ad essere custode del giardino della storia e a prendersi cura di tutte le creature che lo popolano. L’incontro con Gesù non aliena l’uomo, non lo dis-trae, non lo trae altrove, lontano dalle sue responsabilità e dalla sua felicità. Anzi! Lo umanizzerà in pienezza. In una fase di smarrimento e di crisi strutturale, non solo economica, la chiesa italiana fedele alla sua missio rilancia la centralità dell’ “io” dell’uomo in dialogo con il “Tu” di Dio. E’ il suo contributo decisivo in nome della speranza. Il Convegno, quindi, piuttosto che un inserimento che mal si combina con le urgenze pastorali ed educative, va letto come un tentativo interessante di tradurre in versione italiana il progetto ecclesiale e missionario di Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Infatti l’appello è di ‘uscire’, di superare una certa stanchezza e ripetitività, per narrare all’uomo di oggi le ‘viscere’ di misericordia di Dio. Esse fremono di tenerezza per i figli. In Lumen fidei 21, Francesco rimarca che aprendosi all’Amore che lo ha amato e perciò chi-amato l’uomo ‘si dilata… l’io del credente si espande… la sua vita si allarga…’. Informiamo così che la diocesi di Concordia-Pordenone si sta attivando per costituire la squadretta di religiosi e di laici che parteciperanno al Convegno. Nel contempo si formerà a breve un gruppo di lavoro che in sinergia con le diocesi friulane e del triveneto organizzerà alcuni appuntamenti per coinvolgere l’insieme delle comunità parrocchiali e le differenti realtà ecclesiali che compongono il volto della nostra bella chiesa locale.

Don Fabrizio De Toni
Vicario per la pastorale

(tratto da ‘Collegamento Pastorale’ supplemento de ‘il Popolo’ del 07.11.2014 – Diocesi Concordia-Pordenone)

 

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Tanatofobia

tanatofobiaAudio Omelia 02.11.2014

Domenica 2 novembre 2014

Commemorazione dei fedeli defunti

Letture: Gb 19,1.23-27a; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

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Tam tam

tam tamAudio Omelia 26.10.2014

Domenica 26 ottobre 2014

Letture: Es 22,20-26; Sal 17; 1 Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

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Geografia spirituale

mafalda

Audio Omelia 19.10.2014

Domenica 19 ottobre 2014

Letture: Es 22,20-26; Sal 17; 1 Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

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La veste nuziale

Abito nuzialeAudio Omelia 12.10.2014

Domenica 12 ottobre 2014

Letture: Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14

Dal vangelo secondo Matteo
[ In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. ]
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

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La vigna

VignaAudio Omelia 05.10.2014

Domenica 5 ottobre 2014

Letture: Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

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Francesco, figlio!

hai

Audio Omelia 04.10.2014

Sabato 4 ottobre 2014

San Francesco d’Assisi

Letture: Sir 50, 1,3-7; Sal 15; Gal 6,14-18; Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

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Pentirsi per… credere

desenhos-para-colorir-mafalda-4Audio Omelia 28.09.2014

Domenica 28 settembre 2014

Letture: Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L’ultimo».
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
E` venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli».

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Desiderio di consolazione

Tintoretto, Adorazione dei pastori, Salone, Scuola Grande di San

Scrivo, reduce da due campi scuola diocesani con l’Azione Cattolica. Uno biblico per adulti sulla Seconda Lettera di Paolo ai Corinti. ‘Sia benedetto Dio… Padre di ogni consolazione’ (cfr 2Cor 1,3). L’altro per giovani, educatori e animatori inizianti, i futuri ‘quadri’ associativi, con tutto il loro bisogno di ascolto e di consolazione. Non previsto, tra l’uno e l’altro correva un cordone rosso: la consolazione goduta dall’apostolo e la domanda di incoraggiamento dei giovani. Ci siamo trovati di fronte forse ai primi animatori ‘nativi digitali’. Eppure ci ha impressionato la voglia di contatto fisico, di ascolto prolungato, di narrazione intima di se stessi, di relazione concreta… in una parola, di consolazione. Più volte durante le celebrazioni, pur senza spingere sul tasto emotivo, ci siamo ritrovati a piangere per un sentimento di compassione (cum-patire, patire-con). Senza mettere in conflitto, come si fa spesso nei nostri ambienti pastorali il reale con il virtuale, usualmente inneggiando al primo a scapito del secondo, l’esperienza fatta conferma a mio modo di vedere l’assoluta necessità che le due comunicazioni si cerchino e si integrino.
Inoltre si apre qui una finestra, un passaggio formidabile per proporre il Vangelo, ovvero la buona notizia che Dio si prende cura di noi. Egli in fondo è il Dio della consolazione: ‘Come una madre consola il figlio così io vi consolerò’ (Is 66,13). Egli rompe la solitudine, spauracchio terribile per l’uomo di tutti i tempi. Mi è piaciuto al campo biblico proporre una riflessione teologica su un’opera d’arte che mi è entrata nel cuore: ‘L’adorazione dei pastori (Jacopo Tintoretto – Sala Grande di San Rocco Venezia). Ritrae in una composizione a due piani la scena dello svelamento del bimbo appena nato. Nel piano superiore, dove sta la santa famiglia, irrompono due ancelle. Sono le levatrici. Una si scopre il seno per allattare Gesù. L’altra porta una scodella con un cucchiaio. Nella scodella il colostro, il latte nutriente delle puerpere. Straordinario e scandaloso. Dio viene per consolarci, ma innanzitutto vuole fare l’esperienza della povertà ed essere lui stesso consolato. Nella parte inferiore una scaletta, un rinvio simbolico alla discesa effettuata con l’incarnazione, sulla quale sta una gallina che quasi esce dalla cornice. Un tenerissimo richiamo a Lc 13,34: ‘Gerusalemme quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali’. Avete presente quando la gallina arruffa le ali in presenza di una poiana o di un pericolo imminente per proteggere i piccoli? Dio scende, riduce le distanze, si fa solidale al punto da ‘uscire dal quadro’ quasi non resista dalla voglia di abbracciarci. Una suggestiva immagine di una Chiesa in ‘uscita’; pronta alla consolazione, non quella a buon mercato; desiderosa di annunciare un Dio che avvicina alla sua guancia i figli, ad iniziare da quelli più esposti per i ritmi rapidissimi o per le mille ferite inferte dalla vita. Sembra di capire che siamo chiamati a dar forma ad una Chiesa materna, piena di misericordia, umile al punto tale da dover imparare da una gallina… come Nostro Signore!

Don Fabrizio

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