2 thoughts to “Accompagnare la famiglia, via della Chiesa nella nuova evangelizzazione”

  1. Leggo sempre con molto interesse, la rubrica ‘Innamoramento e amore’, che i coniugi Zattoni-Gillini curano su ‘Famiglia Cristiana’. Li ho ascoltati quindi con molto piacere in questa registrazione audio, e ringrazio Don Fabrizio che mi ha dato questa possibilità.

    Mentre ascoltavo la Signora Mariateresa mi è tornata in mente una cosa accaduta molti anni fa, quand’ero bambina, nei primi anni sessanta. Mi sono ricordata che mia madre discuteva spesso animatamente con una ragazza nostra parente, nel periodo che stava per farsi suora (poi lo è diventata). Il motivo della discussione era se fossero più importanti le persone consacrate (preti, suore) o le persone sposate. La ragazza affermava che le persone consacrate erano più importanti rispetto alle persone sposate. A mia madre questa affermazione non andava proprio giù. “Non è possibile”, diceva, “che una madre con tutti i sacrifici che fa, sia meno importante di un prete o di una suora”.
    Devo riconoscere che mia madre era davvero una donna illuminata. La Chiesa ci ha messo altri cinquant’anni per riconoscere che i Sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio hanno pari importanza e dignità.
    Siamo tutti operai della stessa vigna, la vigna del Signore, anche se con carismi e mansioni diverse. Carismi e mansioni che però sono complementari, si completano a vicenda.
    In ultima analisi però, se osserviamo attentamente, Dio chiede a tutti la stessa cosa: di costruire buone relazioni. Alle persone consacrate chiede di costruire buone relazioni con le persone che vengono loro affidate. Alle persone sposate viene chiesto, prima di tutto, di costruire una buona relazione di coppia, ma questo è solo l’inizio. Già, perché non siamo chiamati a far entrare nel nostro cuore solo il nostro sposo o la nostra sposa, ma anche tutta la sua famiglia, genitori, fratelli, cognati, nipoti, zii, cugini, nonni, e anche i suoi amici. Il cuore si dilata e si arricchisce di nuove conoscenze, di nuovi affetti, e noi diventiamo ricchezza per gli altri. E sarà così per tutta la vita. Siamo chiamati ad allargare sempre di più il nostro cuore per far entrare sempre più persone. Prima di tutto i figli, poi gli amici dei figli, poi quando saranno grandi, le nuore e i generi con le loro famiglie, poi i nipoti, ecc.
    Quando penso a tutto questo intreccio di relazioni, nate da un’unica relazione di coppia, non posso fare a meno di stupirmi e meravigliarmi: Dio è davvero grande.

  2. Il messaggio di Lucia mi ha fatto riflettere. Colgo l’occasione per pubblicare queste miei riflessioni, rivolte in primis alla parente suora che sosteneva che le persone sposate, ovvero i laici, sono meno importanti delle persone consacrate.

    Cara suor XXXXX:

    1) Non sei stata concepita per opera dello Spirito Santo, ma sei frutto dell’amore di un uomo e una donna che per averti hanno fatto l’amore, esattamente come i genitori delle persone laiche;
    2)Sei stata cresciuta e allevata dai tuoi genitori, laici, che hanno sgobbato duramente. Tua madre in particolare, ti ha nutrita, fatto il bagnetto, perso notti insonni per vegliarti quando stavi male e ti ha accompagnato nella crescita fino a quando sei diventata autonoma. In definitiva si è fatta il “mazzo” come la mamma di Lucia e tutte le altre madri che consideri donne di serie B, in quanto non consacrate;
    3) Non conosco la tua storia personale, ma suppongo che anche i tuoi genitori abbiano contribuito a farti diventare quella che sei, educandoti alla fede e all’ amore per Dio e gli altri,
    4) Leggendo pur sommariamente e con i miei limiti il Vangelo, ho compreso che Gesù non era ne prete, ne monaco, ma laico. Non è venuto sulla terra per creare preti e suore, ma per liberarci dal peccato e cambiare l’umanità, in nome dell’amore, senza un ordine gerarchico o di tipo sociale;
    5) Gesù ha visto in Pietro il capo della chiesa. Pietro era laico, umile e SPOSATO. Cristo nel sceglierlo non ha guardato alla sua condizione sociale e al suo stato civile, ma credo abbia scrutato il suo cuore verificando la tenacia e la forza del suo credere in Lui.
    6) Lo Spirito Santo è disceso su di te, esattamente come è disceso sulle altre persone. Quando ti sei fatta suora, sei rimasta donna, con i tuoi lati positivi e le tue miserie, esattamente come qualsiasi altra donna. Non hai acquisito una natura superiore che ti ha cambiata a livello ontologico e nemmeno una dose ulteriore di Spirito Santo;

    7) Infine, una considerazione ovvia: crisi vocazionali a parte, se non ci fossero i laici che si sposano e procreano, non ci sarebbero più i pochi preti, monaci e suore che abbiamo e che con le loro potenzialità e i loro limiti, si prodigano, come i laici per tenere viva e feconda la nostra chiesa.

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