L’anno della fede? La diocesi lo fa in tre

A partire dall’Anno della fede la diocesi di Concordia – Pordenone insieme con il vescovo Giuseppe Pellegrini ha deciso di spendere almeno tre anni pastorali da declinare come fede da vivere, da condividere e da celebrare, e infine da testimoniare.
Il momento d’avvio in diocesi dell’Anno della fede ha registrato un’adesione numerosa e convinta agli eventi organizzati, a iniziare dalla splendida serata dell’11 ottobre 2012. In quella occasione sacerdoti, religiosi e religiose, ma anche autorità civili e militari, sindaci e amministratori degli enti locali, come i consigli pastorali parrocchiali e le associazioni del territorio hanno gremito il Palazzetto dello sport di Pordenone per un triplice appuntamento: l’apertura appunto dell’Anno della fede, la memoria dei 50 dell’inizio del Concilio Vaticano II, l’avvio dell’anno pastorale 2012-2013. Adesioni convinte si sono confermate anche per gli appuntamenti formativi successivi, dedicati alla fede, al credo, ai documenti del Concilio.
Di quest’Anno della fede e di questo impegno corale si colgono i primi frutti.
È nato il Centro di pastorale giovanile, punto di riferimento per i progetti che riguardano adolescenti e preadolescenti. L’organismo è chiamato a essere strumento di educazione alla fede, di coordinamento della pastorale giovanile, di sussidiazione per le parrocchie in deficit di risorse e di mezzi. Nuovo impulso è stato impresso alla Pastorale familiare. Le sue proposte formative, rivolte sia separatamente che congiuntamente ai sacerdoti e ai laici, stanno maturando nelle comunità parrocchiali una sensibilità missionaria nuova verso i giovani che si aprono al mistero dell’amore, i fidanzati, le famiglie, le coppie in difficoltà sino a raggiungere le famiglie «ferite e spezzate».
È maturata la consapevolezza che è terminata la stagione della parrocchia autosufficiente e autoreferenziale. Le mutate condizioni pastorali e culturali invitano a porre mano al riassetto complessivo della diocesi, spingendo a seguire i dettami della pastorale integrata e valorizzando le articolazioni intermedie della Forania e delle Unità Pastorali. È in atto nella diocesi un percorso che, partendo da un Instrumentum Laboris circa le Foranie e le Unità Pastorali, porterà nell’anno pastorale 2014 a investire con determinazione le energie per una reale pastorale in rete.
L’intento è di fermentare una Chiesa che viva, nella concretezza di relazioni intense e solidali, il mistero della comunione e che si presenti con un volto decisamente missionario. La diocesi sa di dover affrontare le criticità della condizione ecclesiale come la drammatica contrazione numerica dei sacerdoti e il calo vocazionale, una gestione della fede talvolta in termini consumistici e soggettivi che preoccupano e fanno  soffrire. Le mutazioni culturali, il fenomeno dell’immigrazione, gli effetti della crisi economica che non hanno risparmiato neppure il nord est non possono lasciare indifferenti. Anzi, interpellano fortemente proprio chi è credente e tanto più chi alla trasmissione della fede dedica la sua vita.
Eppure, dentro a questi scenari, ci si sente stimolati a reagire in modo coerente con il Vangelo della misericordia e della carità. A tal proposito è stato ricostituito il Fondo diocesano di solidarietà per i poveri, chiedendo anzitutto ai sacerdoti di rinunciare a una loro mensilità. Una risposta strategica è anche la scelta di mettere in alleanza le parrocchie per una  pastorale dinamica «tra le case della gente», prendendo, come ha insegnato papa Francesco, «l’odore delle pecore».
Fabrizio De Toni * vicario per la Pastorale.
(Articolo pubblicato sul quotidiano ‘Avvenire’ di domenica 28 aprile 2013 a cura del settimanale diocesano “Il Popolo” )

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