‘Giubilando’ è titolo che non dispiacerebbe a Papa Francesco per introdurre l’Anno Santo della Misericordia. Lui ama i gerundi, come misericordiando o altri di sua invenzione. Il gerundio gli piace perché rappresenta la dinamicità di un’azione, dandone l’idea di un cammino in atto. Il Giubileo, già aperto dalle periferie africane, inizierà ufficialmente il prossimo 8 di Dicembre con l’Apertura della Porta Santa in San Pietro. Novità storica assoluta, arriveranno poi le Aperture delle Porte Sante nelle singole Diocesi. Da noi la prima Apertura l’avremo domenica 13 Dicembre alle ore 15.00 presso la Concattedrale di S. Marco, partendo dalla Chiesa del Cristo. Da mesi si è messo al lavoro il Comitato per il Giubileo e il suo braccio operativo, che abbiamo chiamato ‘Gruppo di lavoro per il Giubileo’. Dal discernimento compiuto si è deciso di confezionare dei materiali audiovideo e cartaceo che trovate all’indirizzo http://www.pastoralepn.org
A me il compito di situare brevemente le scelte compiute. Esistono come due principi dentro ai quali intendiamo muoverci pastoralmente. Il primo è di tipo spirituale. Leggendo attentamente Misericordiae Vultus si comprende che riti, pellegrinaggi, liturgie penitenziali più che atti di devozione sono proposti come luogo per esperimentare la tenerezza di Dio ed entrare in un itinerario di conversione, di assimilazione dei gusti di Dio. La sentenza di Pascal ‘I tuoi peccati ti saranno rivelati nel momento stesso in cui ti saranno perdonati’ sintetizza e traduce bene il pensiero di Papa Francesco. Che ne sa della grazia chi non ha sofferto il suo peccato, e che ne sa della conversione chi non avrà goduto della misericordia? L’uomo, non nonostante, ma proprio a partire dalla sua povertà, può ritrovare la sua dignità di figlio e vivere come tale. Il secondo principio avrà allora un carattere pratico, operativo. Ecco il perché di tanta enfasi posta sulle opere di misericordia spirituale e corporale, ovvero sulla solidarietà. Come chiesa diocesana si è stabilito di concentrarci su quattro opere-segno. Eccole: sostegno alla missione diocesana in Mozambico; gemellaggio con una parrocchia della Terra Santa (la Caritas diocesana ci fornirà indicazioni in merito); appoggio alla comunità ‘Oasi’ per il reinserimento degli ex-detenuti; accoglienza dei profughi. E’ una legge teologica e pastorale che la misericordia ricevuta venga condivisa. Forti dell’espressione biblica ‘La carità copre una moltitudine di peccati’ (1Pt4,8), il principio operativo si salda con il principio spirituale, chiudendo idealmente un cerchio virtuoso. Impressionante l’opera artistica di Kiefer, autore tedesco, dal titolo ‘In principio’. Rapprensenta il caos: il cielo è in ebollizione come il mare, la terra appare come una muraglia di acque che stanno per travolgere il piano di sotto, il mare evoca la terra arata. Dall’alto scende una scala. Essa indica l’incarnazione, la discesa del Figlio della Misericordia. Scende e si raggomitola uscendo dall’immagine per sottolineare la decisione irrevocabile di Dio. Un appello per noi ad ‘arrampicarci’, ad attraversare la storia con la sua bellezza e le sue drammatiche contraddizioni per approdare nel cuore del Padre.
Articolo pubblicato sul Settimanale Diocesano ‘Il Popolo’ di Concordia-Pordenone – Novembre 2015