Siamo ormai a ridosso dell’apertura dell’anno pastorale. I nuovi Orientamenti pastorali triennali, i ‘cambi’ fitti che stanno interessando i servizi diocesani e numerose parrocchie, la spinta sulla corresponsabilità e sulla cooperazione in rete hanno contribuito a creare un clima di attesa per un profilo di Chiesa, che inizia a prendere forma, più comunionale ed estroversa. Per i 7 incontrati dal Risorto sulla sponda del mare di Tiberiade è stata una questione di desiderio, di sensibilità, di sensi esterni ed interni, e potrebbe esserlo anche per noi. Tutti e sette possiedono sensi ancora funzionanti. Ascoltano l’ordine di gettare la rete e… obbediscono, ovvero ‘ascoltano’ non solo esternamente, ma anche con il cuore, internamente. È solo tuttavia il discepolo amato (e più giovane di Pietro) che oltre a vedere con gli occhi la rete piena, ‘vede’ internamente, riconosce la presenza del Risorto, crede. Esclamerà infatti: ‘È il Signore!’. L’amato ricambia con il desiderio, riconoscendo e amando a sua volta. La sua fede intelligente e ardente riattiva la fede dell’anziano, il quale travolto dal desiderio si tuffa in acqua per raggiungere il Maestro. Si determina così un desiderio collettivo, una tensione/relazione di fede che trascinerà il gruppo dei discepoli insieme a barca e pesci ai piedi del Signore. È il mistero grande della fede che provoca una serie di conversioni che hanno Dio come punto terminale. Gli Orientamenti Pastorali 2012-2015, titolati: ‘Chiamati a diventare comunità di credenti nella corresponsabilità’, la scansione triennale (per il 2012-2013 ‘Vivere la fede’), il commento biblico/pastorale del capitolo 21 di Giovanni che li ispira, le Indicazioni Pastorali 2012-2013, e quindi le priorità , le indicazioni di metodo, gli obiettivi e le proposte contenute domandano sensibilità, reattività esterna ed interna, coinvolgimento di mente, di cuore e di volontà. Il PPD (Piano Pastorale Diocesano) consegnato in anteprima ha trovato un generale consenso. L’obiezione legittima di eccesso di materiale nella parte riservata alle ipotetiche iniziative può trovare una risposta nell’esortazione a confrontarsi con tale abbondanza per esercitare una mediazione libera e creativa. Più che disorientare, il materiale dovrebbe accendere la curiosità e favorire un lavoro di squadra. È evidente che quest’anno, primo del triennio, ci si concentrerà in uno sforzo a vari livelli sulla formazione alla fede, superando la tentazione di ridurre il tutto ad un fatto razionale o solamente emotivo. Una fede insomma che sia esperienza squisitamente relazionale. Per introdurci in questa avventura abbiamo ideato un evento diocesano, che ha come scopo l’Apertura dell’Anno Pastorale in forma comunitaria, l’Apertura dell’Anno della Fede e la memoria dei 50 anni dell’Apertura del Concilio Vat. II. Ci daremo allora appuntamento per l’11 di Ottobre 2012 alle ore 20.00 presso il Palazzetto dello Sport di Pordenone. Titolo ufficiale della serata che ne richiama quasi letteralmente gli obiettivi: ‘È il Signore! Celebriamo insieme: Inizio Anno della Fede, Anno Pastorale 2012-2013, 50 anni del Concilio Vat. II’. La macchina organizzativa si è messa in moto già da tempo. Vorremmo coinvolgere in termini ampi: parrocchie, consigli pastorali, sacerdoti, diaconi, istituti di vita consacrata, laici, associazioni ecclesiali, rappresentanti delle chiese sorelle e i responsabili della cosa pubblica (sindaci) del territorio. Alle 20.00 avremo una sorta di animazione artistica, alle 20.30 la celebrazione eucaristica con una serie di ‘consegne’ simboliche e quindi, per quanti lo vorranno e potranno, un tempo di orazione/contemplazione presso la vicina Chiesa del Sacro Cuore. A breve saranno pubblicati ulteriori contributi per illustrare contenuti e aspetti tecnici dell’evento. Ciò che ci interessa è chiarire che non si tratta di ‘Evento francobollo’ appiccicato alla routine pastorale, giusto per soddisfare il prurito della novità, e nemmeno la cosa nasconde il bisogno di un ‘bagno di folla una tantum’ tanto per tirarci su un pochino. Convenire in termini liturgici ed inclusivi sarà come coalizzarci per gettare le reti dalla stessa parte della barca, per imparare assieme ad ascoltare e a vedere, per maturare come Chiesa intorno al suo Vescovo gioiosa e credente.
Don Fabrizio De Toni
Vicario per la Pastorale
09.09.2012
Il Cardinale Martini diceva che la chiesa è indietro di 200 anni. Io spero che l’Anno della Fede sia l’occasione perché la chiesa recuperi un po’ del tempo perduto: non è mai troppo tardi.
Il Cardinale Martini ci ha lasciato una grande eredità, ed io spero che saranno in molti quelli che la raccoglieranno e metteranno in pratica i suoi insegnamenti, ad iniziare proprio da questo evento che stiamo per celebrare.
Io nutro molte speranze nell’Anno della Fede. Sicuramente sarà un evento di grazia, una grossa opportunità per tutti, credenti e non credenti.
Spero che ci aiuti a scuotere le coscienze, a risvegliarle dal letargo spirituale in cui sono cadute, che favorisca l’apertura al dialogo.
Spero che susciti dibattiti aperti al confronto sia in televisione che nelle realtà locali, ad iniziare dalle parrocchie. Un evento che dia voce ai dubbi e alle incertezze, ma anche a risposte di Verità.
Spero che sia un’occasione di crescita per la fede dei credenti, perché siano in grado di dare ragione della propria fede a chi ancora non crede o ha una fede traballante, che diventino sale e lievito in questo mondo che ne ha tanto bisogno.
L’ANNO DELLA FEDE
Madre Santissima,
Tu che per prima hai creduto,
tienici per mano,
per condurci piano piano,
da Tuo Figlio Gesù.
Padre misericordioso,
guida nella via del bene,
ogni figlio in cammino,
su questa terra che ci hai donato,
insieme a tutto il creato.
Oh Buon Gesù,
fa’ che la Tua Parola entri nel cuore
di tutti gli uomini di buona volontà,
e porti frutti in quantità.
Spirito Santo,
illumina la mente,
e con l’ausilio sapiente,
di umiltà, dialogo, Verità e preghiera,
si ottenga il risultato
da tutti invocato:
un mondo migliore,
con più fede, pace e amore,
più speranza, gioia e armonia,
da lasciare in eredità,
alla generazione che verrà.