Apertura, evento di chiesa

Domenica 10 settembre la chiesa diocesana di Concordia-Pordenone aprirà, all’interno di un evento formativo e celebrativo, la Visita Pastorale (2017-2020) e il nuovo anno pastorale dedicato alla famiglia. Mi si permetta un appunto in merito alla modalità di avvio, ovvero alla scelta di offrire un ‘evento’ piuttosto articolato, e due battute su Visita e famiglia. In questi anni si è predisposto un palinsesto di avvio, che andava a coprire un intero pomeriggio e serata compresa, fatto di ospiti, laboratori, preghiera, animazioni e convivialità. Insieme ad un diffuso gradimento per la formula si sono registrate anche delle voci dissonanti. Esse leggono la prassi dell’evento come una dissipazione di energie, impiegabili con maggiore intelligenza e razionalità, e una dis-trazione rispetto alla pastorale ordinaria, che sarebbe (giustamente) l’azione di chiesa centrale, di cui occuparsi con responsabilità. Lungi da noi la volontà di impostare la pastorale come una serie di eventi straordinari, intervallati da tempi più o meno ripetitivi e poco interessanti. Siamo convinti tuttavia che il convenire ci offre l’opportunità di godere la bellezza d’essere chiesa sintonizzata su alcune coordinate. Sarà tempo intenso per confrontarci con la ricchezza di buone pratiche pastorali, e nel quale lasciarci confermare come popolo mandato dal Risorto. La lettera del Vescovo Giuseppe per l’inizio della Visita Pastorale porta un titolo eloquente: ‘Oggi devo fermarmi a casa tua’, riprendendo dall’evangelo di Luca l’auto invito di Gesù rivolto a Zaccheo. Ci tengo a sottolineare che tra le finalità ve ne sono due immaginate ad hoc. L’insistenza sull’ascolto e il privilegiare, nella misura i cui sarà possibile, il livello delle Unità Pastorali. L’ascolto pacato e paterno è strategico e fondamentale. Tirar dritto per la propria strada, pretendere di arrivare in velocità ovunque, puntare sul presentare ad ogni costo programmi e materiali by passando la fase dell’ascolto, oltre che ad essere controproducente, non è minimamente ecclesiale. Le pecore vanno ascoltate con pazienza. Sono portatrici di storie vissute, di ferite e di sorprese. Esse sono dotate, grazie all’azione dello Spirito, di un fiuto per le faccende di fede. Nel disegnare il percorso della Visita Pastorale sarà determinante il criterio dell’Unità Pastorale. Per utilizzare il linguaggio di Evangelii Gaudium, le Unità Pastorali sono un ‘processo’ (virtuoso) in atto, nel quale le parrocchie di stringono in alleanza per sostenersi e innescare una pastorale più intraprendente. Quindi il ritrovarsi in Unità Pastorale dei laici con responsabilità ministeriali, assieme ai loro presbiteri, religiosi e diaconi, attorno al vescovo sarà un rispondere con coerenza alle scelte fatte come chiesa diocesana, e fornirà all’apostolo l’occasione per motivare ed incoraggiare l’annuncio del vangelo lavorando in rete. Infine, la lettera per il nuovo anno pastorale ‘La famiglia: buona notizia e gioia del mondo’ rimarca una delle tre attenzioni (famiglia, poveri, giovani) della Vista Pastorale stessa. Si è deciso di non optare per un progetto pastorale vero e proprio, ma per la forma della lettera, la quale si focalizza su alcuni orientamenti, evitando di ingolfare le agende pastorali già piene di loro. Tra essi spicca la scelta di adottare, proseguendo il cammino sin qui compiuto, la proposta conosciuta come ‘Alfabeto della fede’. Ci diamo appuntamento così al nostro evento di avvio, con il gusto della comunione, sentendoci amati e chi-amati dal Dio della misericordia: ‘Oggi devo fermarmi a  casa tua’ (Lc 19,5).

Articolo pubblicato su Il Popolo settimanale diocesano

 

Don Fabrizio

 

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