Anno della misericordia

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Leggo su ‘Rivista del clero’ un accattivante articolo di Enzo Bianchi, noto biblista italiano, fondatore della comunità monastica di Bose, scritto a pochi mesi dall’elezione di Papa Francesco. Vi trovo spunti e considerazioni che ancor oggi mi intrigano. Bianchi analizzava il genere letterario di Bergoglio e le parole più ricorrenti. Ne veniva fuori che ‘gioia’ campeggiava al primo posto e, non proprio a ruota, arrivava per seconda ‘misericordia’. Ad un paio d’anni di distanza la classifica si ribalta. Con la Bolla di indizione del Giubileo ‘Misericordiae vultus’ e dal recente magistero si evince, senza tema di dubbio, come la categoria emergente sia quella della misericordia. Essa è l’asse portante del suo pensiero, della sua sensibilità e della sua azione pastorale. Le viscere di misericordia del Padre divengono così le viscere che ispirano gesti, parole, scelte, atteggiamenti… discernimento, progettazione, visione strategica di Francesco. Il tutto conferisce alla sua figura coesione, unità, coerenza, e quindi credibilità e capacità di smuovere l’anima. La scorsa estate alla Biennale di Venezia mi sono imbattuto in una installazione artistica geniale. Per me una sorta di traduzione artistica di quanto sin qui detto. Due barche, come due mani aperte, dalle quali si dipartono migliaia di fili rossi. Agganciati al soffitto ritornano a fissarsi sulle barche formando dei tunnel che si possono percorrere. Su ogni filo è appesa una chiave. La vita dell’uomo è relazione ed è intreccio di relazioni. Il Vangelo ne è la chiave per comprenderne il mistero sino ad entrare nel cuore stesso di Dio pieno di misericordia. Sono del parere che il tempo giubilare deve smarcarsi dalla tentazione di ridursi ad un ‘consumo’ di riti liturgici e di pellegrinaggi, rendendoli sterili ed inconcludenti. Il passaggio delle porte, la celebrazione dei sacramenti, la preghiera andranno vissute come luoghi di annuncio della bellezza del vangelo, come itinerari di conversione, come occasione formidabile per esperimentare la gioia del perdono accordato da Dio. Forti poi del principio filosofico e pastorale che ‘la realtà è superiore all’idea’ (vedi EG), le offerte catechistiche e liturgiche andranno saldate con la concretezza, con la pratica della solidarietà, a iniziare dai più poveri. Ecco perché tanta insistenza sulle Opere di Misericordia corporale e spirituale. La Diocesi inviterà a coalizzarsi attorno ad alcune ‘opere segno’. Dalle indicazioni del Vescovo Giuseppe e della Caritas Diocesana si comprende come l’accoglienza dei profughi sia una priorità da perseguire, per la quale prepararsi, educarsi e organizzarsi. Finisco confidando la sensazione che una Chiesa dalle relazioni fraterne e misericordiose, più calde ed intense, e da una prontezza e generosità nell’accoglienza dei ‘forestieri’ sarà certamente profetica e missionaria. Mostrerà anch’essa un volto misericordioso e luminoso come quello del Figlio, insuperabile nell’amore. (A breve usciranno i primi strumenti per l’anno giubilare pensati dalla Diocesi. Altre indicazioni le troverete sull’imminente uscita on line di Collegamento Pastorale).

Articolo pubblicato su ‘Collegamento Pastorale’ (strumento di comunicazione della Diocesi di Concordia-Pordenone) di Ottobre 2015

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One thought to “Anno della misericordia”

  1. Divina Misericordia,
    in Te spero e confido.
    Se confidassi solo in me stesso,
    che ne sarebbe di me?
    Chi colmerebbe la distanza che mi separa da Te, o Dio?
    Per quanto mi sforzi, non riuscirò mai ad essere degno di Te!
    Ti offro le mie infermità e le piaghe del mio cuore,
    solo il tuo amore misericordioso può guarirmi.
    Ti prego Signore, dammi occhi e orecchi nuovi,
    per vedere e udire i bisogni di chi incontro lungo il mio cammino.
    Dammi un cuore puro e misericordioso come il Tuo,
    per portare pace e conforto,
    ma soprattutto, abbi pietà di me, o Signore.

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