Laici corresponsabili?

ressponsabilità

 

 

 

 

 

Sintesi conclusiva dell’incontro per Vice CPP svoltosi presso il CPS a Pordenone il 12.05.2015

Pordenone, 17 settembre 2015

Qui di seguito una veloce sintesi/rilettura degli interventi. In accordo con il vescovo riproporremo anche per l’anno pastorale 2015-2016 due serate per vice.

L’impressione complessiva che se ne ricava dal clima delle serate riservate ai Vice, dalla qualità dei contributi nei lavori di gruppo, e dalle motivazioni che si intuiscono è che nel gruppo dei Vice ci sia una buona sensibilità per i temi della corresponsabilità e della pastorale integrata. E’ un segnale incoraggiante di cui dover essere riconoscenti allo Spirito. Egli non abbandona lo sforzo di rinnovamento della pastorale e accende di passione i suoi figli.

  1. SENSIBILITA’ ALLA CORRESPONSABILITA’.

Ci siamo interrogati in merito alla percezione della corresponsabilità. Complessivamente dal panorama diocesano emergono situazioni differenziate. Si va da comunità spettatrici e ad impostazione clericale, dove uno o pochi ‘di fiducia’ prendono le decisioni (qui si registrano scarso coinvolgimento e laici trattati da ‘collaboratori’) ad altre dove vi è una conduzione che fa leva sulla corresponsabilità. Tra le une e le altre vi sono tutta una serie di situazioni intermedie. Tuttavia prevalentemente si pratica una pastorale che attiva delle collaborazioni, con un discreto dinamismo, ma timorosa o resistente a sperimentare una vera e propria corresponsabilità. Consola infine un dato trasversale. Preti ed operatori pastorali certamente, ed in parte le comunità parrocchiali, hanno chiara la meta. Ovvero il futuro, il volto delle nostre chiese, le prassi pastorali avranno come dimensione centrale la corresponsabilità. Altri segnali incoraggianti: è in crescita il numero dei parroci che ‘chiedono’; nei CPP fanno il loro ingresso dei giovani; esistono delle esperienze riuscite, soprattutto all’interno delle associazioni laicali, di sana autonomia ed intesa laicale; maturano dei CPP che possiedono una visione e una ‘cura’ complessiva della comunità.

  1. OSSERVAZIONI CRITICHE.

Individuare e analizzare limiti e ritardi rispetto alla una prospettiva di corresponsabilità ci permette di essere realistici e di impostare percorsi formativi ad hoc. Parlando dei parroci. Si evidenzia in non poche situazioni un clericalismo di vecchia maniera, un atteggiamento dove è scarsa se non inesistente la fiducia che un laico si attenderebbe. I laici si vedono riuniti per ricevere delle comunicazioni, per prendere atto di progetti già decisi, sentendosi trattati da ‘collaboratori’ senza una reale condivisione nella corresponsabilità. Parlando di laici. Si riscontra talvolta una corresponsabilità mal intesa, dove ognuno fa quel che vuole, con piglio individualista ed incuranti della relazione di comunione ed integrazione con il parroco e le altre realtà ecclesiali. Un arrangiarsi ed un protagonismo che scimmiottano in versione laicale il clericalismo dei preti. E’ piuttosto comune incontrare operatori pastorali decisamente non preparati e sprovvisti di ‘strumenti e competenze’ pastorali.

  1. PERCORSI E SCELTE.

Non mancano le proposte per avvicinarsi alla meta di una cultura della corresponsabilità. E’ qui che si legge maggiormente la passione per la pastorale e la coerenza con la propria vocazione battesimale.

Essenziale la formazione. Essa sarà teologica, pastorale, tecnica, ma anche spirituale. Servono competenze che vanno apprese, e capacità relazionale buona.

Il passaggio dalla collaborazione alla corresponsabilità domanda pazienza, un percorso di conversione lungo, dove il pastore apprenderà l’arte del valorizzare e del mettere in connessione, e dove l’operatore laico imparerà ad uscire dalla passività e a coinvolgersi. Vitale nel tragitto di cambio della prassi pastorale una relazione tra preti e laici segnata dalla stima e dalla fiducia.

Il servizio del CPP appare in questa visione determinante. Lo si vede come una ‘cabina di regia’ dove si analizzano le situazioni ecclesiali e del territorio con uno spirito di fede, si formulano delle strategie e delle proposte, lavorando dove è possibile per commissioni.

Alcune osservazioni e suggerimenti appaiono inediti o meritevoli di attenzione. Il CPP non assorbe tutta la corresponsabilità. Idealmente è un animatore della corresponsabilità dentro alla comunità e favorisce la medesima nell’UP. La corresponsabilità poi non va intesa per la sola conservazione dell’esistente, ma per una vera azione missionaria della chiesa, uscendo dalla ‘cerchia’. Si possono studiare ‘incarichi e servizi’ a tempo, e ridurre numericamente le attività.

  1. TRADUZIONI OPERATIVE PER I VICE.

Il profilo del vice appare ancora incerto. Si esprime il bisogno di chiarirne competenze e limiti. In ogni caso dalle riflessioni scambiate non si evince la richiesta di elaborare un Vademecum che ne precisi le mansioni in modo puntuale, quasi amministrativo. Piuttosto si chiede al Vice di prendersi cura della sua formazione pastorale e delle sue qualità comunicative-relazionali.

Brevemente, dai pareri ci si attende che il Vice possa condividere strettamente con il parroco la ‘cura’ della comunità, dialogando con lui nella franchezza e nell’amicizia, in spirito di unità e di comunione. Idealmente egli è uomo o donna di comunione e di pace, possiede una visione d’insieme della realtà parrocchiale, promuove a tutti i livelli la corresponsabilità, è accettato nel CPP e nella comunità come referente e coordinatore, legge con attenzione il territorio. Perciò abbisogna di prendersi del tempo per la sua formazione, apprendendo a coordinare, programmare e organizzare.

Per concludere. E’ incoraggiante notare come dal mini itinerario dei Vice appaia nitida l‘intenzione di avviarsi con convinzione verso una corresponsabilità vera. Essa è in fondo la traduzione pastorale e concreta della dignità battesimale dei laici messa in risalto dal Concilio Vaticano II. Il ‘fenomeno’ papa Francesco, che ci anticipa di alcune falcate su questi temi, risulta essere una spinta provvidenziale per la maturazione effettiva, sia pastorale che sociale, del laicato. ‘Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia’ (Nota pastorale CEI del 2004), da teoria e magistero autorevole, può così farsi storia.

Salutandovi e ringraziandovi per il vostro prezioso servizio, informiamo che si sta consolidando una ‘equipe diocesana per la promozione delle UP’. Essa è nel contempo interpellata per l’elaborazione dei prossimi appuntamenti dei Vice. Se qualcuno fosse interessato a parteciparvi scriva a don Fabrizio al seguente indirizzo: detonifabrizio@gmail.com

Buona lettura dei verbali e a presto!

Don Fabrizio De Toni – Vicario per la Pastorale

 

 

 

 

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