I tre cerchi concentrici

L’immagine dei tre cerchi mi richiama i giochi fatti da ragazzo quando lanciavamo i sassi nei canali. Proviamo a cogliere, evidentemente in senso pastorale, almeno tre linee circolari partendo dalla più esterna. Guardando al panorama ecclesiale nazionale ed universale incontriamo due eventi notevoli.

I TRE CERCHI CONCENTRICI

Il Sinodo generale sulla famiglia in ottobre e il V Convegno ecclesiale nazionale di Firenze in novembre su ‘In Gesù Cristo il nuovo umanesimo’. Interessante il taglio che si è voluto con energia dare ad entrambi gli eventi. Prevalentemente saranno luoghi di discernimento pastorale con delle immediate ricadute operative. Evidentemente i contributi scientifici e le competenze degli esperti avranno un ruolo insostituibile, ma dentro alla logica del convenire e del confronto. Ecco la ragione di un questionario bis per il Sinodo e di uno sforzo di ‘ascolto’ delle diocesi per il Convegno fiorentino. E’ in atto oggi una destrutturazione della famiglia e ancor prima dell’idea di uomo. Nel mondo occidentale siamo immersi in un ‘brodo’ culturale di forte autoreferenzialità, quasi fossimo primitivi adoratori di noi stessi. Ci stiamo trasformando in una folla dalle relazioni liquide, tanto per parafrasare una suggestiva interpretazione della società di Bauman. L’intenzione è di ‘uscire’, evitando di difenderci su posizioni dottrinali affermate in modo assertivo ed irrigidito. Uscire per raccontare la bellezza del progetto uomo ad ‘immagine e somiglianza di Dio’. Aprirsi per proporre con convinzione e con gioia il progetto vocazionale della famiglia, mostrando misericordia e compassione per le storie interrotte e ferite. Su un fronte più locale, a casa nostra tanto per essere chiari, ci stiamo impegnando da almeno tre anni ad insistere, come da nostro recente documento ‘Comunione e annuncio nella corresponsabilità’, su missionarietà, pastorale integrata e Unità Pastorali, corresponsabilità. Evangelii Gaudium per certi versi scappa in avanti e ci sollecita a ‘riformattare’ la comprensione e le modalità della nostra pastorale ordinaria. Andranno superati immobilismo e ripetitività, che sfiancano e intristiscono, da una parte, e dall’altra evitata la tentazione di fughe solitarie e stravaganti, frutto più del prurito della novità che dello Spirito. Se una ‘lectio’ sulla realtà l’abbiamo sostanzialmente condivisa, come pure alcune conclusioni di massima, ora è il tempo dell’‘actio’, muovendoci con una certa scioltezza e creatività. La ‘dormitio’ non è prevista per nessuno. Ed infine arriviamo al cerchio interno, ovvero ai ‘sensi’ della pastorale. I nostri sensi o abilità/competenze nel fare chiesa appaiono talvolta o ridotti e rattrappiti, oppure sovraeccitati e bulimici. In ogni caso sembrano aver smarrito il Senso. E’ solo in Senso che può tonificare i sensi, guarirli e renderli pronti a tradurre il Senso con tutta la sua bellezza. Sarà il Senso, il Logos, il Figlio il sasso capace di disegnare, assieme ai nostri ‘lanci’ pastorali, l’arazzo del Vangelo sulla superficie della storia.

Don Fabrizio De Toni
Vicario per la pastorale

(tratto da ‘Collegamento Pastorale’ supplemento de ‘il Popolo’ del 08.02.2015 – Diocesi Concordia-Pordenone)

Condividi Post ...