Dalla sincerità alla verità

Audio Omelia del 09.12.2012

Domenica 9 dicembre 2012

Letture: Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6.

Dal vangelo secondo Luca
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

 

Condividi Post ...

La morte ci sveglia?

Audio Omelia del 02.12.2012

Domenica 2 dicembre 2012

Letture: Ger 33,14-16; Sal 24; 1Ts 3,12-42; Lc 21,25-28.34-36.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Condividi Post ...

Termine ed inizio

Giornata Mondiale della Pace. Quest’anno la Giornata mondiale della Pace, che si celebra il 1° di Gennaio in concomitanza con la solennità liturgica di Maria Santissima Madre di Dio, ha per titolo: ‘Beati gli operatori di pace’. Papa Benedetto, dopo aver assicurato che la pace non è un’utopia o una fantasia irrealizzabile, assicura in nome del Vangelo che è una ‘promessa’ di Dio già godibile dentro al tempo della storia. Nel messaggio di quest’anno insiste sulla costruzione del bene comune fatto di promozione della vita, di cura della famiglia, di libertà religiosa, di diritto al lavoro; propone un nuovo modello di economia sostenibile e solidale, non sganciato dai riferimenti etici, e quindi selvaggio e distruttivo, ma ordinato e responsabile; rilancia un impegno educativo forte per una vera cultura della pace e del perdono. Credo soprattutto che su questo ultimo punto le comunità cristiane possano attivarsi per la formazione di coscienze sensibili alla pace, diventando piccoli laboratori dove si educa al perdono, alla non violenza e alla misericordia. Da ultimo ricorda, in realtà strategicamente il Papa lo colloca all’inizio del suo messaggio, l’alleanza tra Dio e l’uomo, ovvero senza idealità, senso del mistero della vita, in una parola senza Dio l’uomo si ritrova confuso ed imbarbarito. Con Dio recupera la stima e il rispetto per sé e i suoi fratelli. Te Deum. La conclusione dell’anno solare  ci esorta ad un esercizio di gratitudine e di lode. Di fronte al Signore del tempo vogliamo esprimere la nostra riconoscenza per la sua generosità e fantasia. Grazie a tutti i nostri operatori pastorali per la loro tenacia e convinzione, e a coloro che hanno consentito ci celebrare le liturgie di questi giorni natalizi gustando la bellezza di Dio. Grazie per i gruppi, le associazioni e le istituzioni con i quali collaboriamo volentieri e con profitto. Il Signore ci aiuti a crescere come Chiese che sanno aggregarsi assieme senza paura di perdere la loro identità, piuttosto con il desiderio di condividere le loro risorse e speranze. Invochiamo infine la benedizione di Dio perché doni la sua consolazione a quanti patiscono, e sensibilità ai più fortunati per i meno fortunati.

Buon 2013!

Don Fabrizio a nome di don Loris, don Maurizio, don Luigi, P. Simon, Sr. Roberta, il diacono Corrado

(Articolo pubblicato su Le Voci – settimanale delle parrocchie di Villotta-Basedo, Fagnigola, Chions)

Condividi Post ...

La rete

Riandando all’intensa e rivitalizzante esperienza dell’11 Ottobre scorso al Palazzetto dello Sport di Pordenone dove abbiamo celebrato coralmente l’avvio dell’Anno della Fede, siamo stati accompagnati per mano a fare memoria del Concilio e siamo stati introdotti nel nuovo Anno Pastorale, rievoco facilmente l’immagine della splendida icona che lo sintetizza. Avvicinandomi ad essa, ‘scrittura’ dell’incontro del risorto sulle rive del lago, mi concentro sul simbolo della rete. Lo strumento per la pesca sta esattamente al centro della scena, come nel mezzo tra due opposti, ovvero  rocce e acqua. Quasi a  dire che dentro alla storia, nel suo cuore si situa l’avventura pastorale richiamata dalla figura della rete. Contemplando la rete già piena di pesci,  l’armeggiare di squadra, l’obbedienza alla Voce che arriva dalla riva afferro un disegno di cooperazione, una economia di condivisione, una sorta di pesca/pastorale dove le differenze si integrano armonicamente. Tale provocazione biblico/simbolica mi ispira ulteriori provocazioni. La Condivisione del Piano Pastorale Diocesano. Sono convinto della necessità di aprire frequentemente le pagine del documento, ad iniziare dai nostri Consigli Pastorali. Pena il ridurre ‘un progetto per un cantiere sulla fede e sulla pastorale’ in un volumetto graficamente apprezzabile da infilare nelle librerie parrocchiali. Ruminare e pregare il racconto di Gv 21, riprendere con fedeltà gli obiettivi di educazione alla fede e di affermazione del primato di Dio, prestare attenzione agli ambiti e alla forma del nostro procedere pastorale, lasciarci ispirare dalle indicazioni operative, se fatto collegialmente, con tenacia e con ritmo determina un procedere condiviso.  Una cultura pastorale comune, una prassi della condivisione dell’impostazione di fondo creerà senso di appartenenza, coesione, maggiore incisività, circolazione di creatività, fiducia.  Ecco perché è strategico dotarci di un PPD e rimanerne ancorati. La Condivisione della relazione tra periferia  e centro. Una tessitura paziente di relazioni, di dialogo, di progettazione condivisa tra territorio e organismi/uffici di curia è da incoraggiare e da sviluppare senza timore. Si tratta di attivare una rete di ideazione e di azione dove il centro si mette in ascolto e a servizio  e dove le realtà ecclesiali si aprono all’accompagnamento e non si muovono isolate. Un simile metodo, sia tecnico che spirituale, gode di maggiori possibilità di ‘raccolta’. A mo’ di esempio, mi si permetta di citare l’esperienza della collaborazione tra la Forania di Maniago e l’Ufficio Catechistico per la gestione sperimentale della catechesi, almeno per un tratto dell’anno, fatta in stretta combine con i genitori. La Condivisione interparrocchiale. Esistono evidentemente svariate modalità di Unità Pastorale. Le nostre Foranie e all’interno di esse le UP possiedono già un  patrimonio interessante di integrazione pastorale, di progetti comuni, di riflessione collegiale. Il PPD stesso promuove questa forma di ‘rete’ ecclesiale, che abbisognerà della cooperazione di tutti e che tenderà ad assumere profili differenti in ragione delle tradizioni esistenti, dei bisogni e dell’area geografica e culturale. In ogni caso possiamo rivelare che, senza fare troppi misteri, il Vescovo sta stimolando un percorso per formulare un progetto esportabile di Unità Pastorale. Recupereremo una riflessione già maturata negli ultimi anni e faremo tutta una serie di passaggi con gli organismi di partecipazione diocesani. Non sarà una ‘protesi rigida’, ma uno strumento flessibile, come la rete appunto, che ha come finalità l’evitare di procedere in ordine sparso e autoreferenziale, o di governare le comunità con piglio autoritario o eccessivamente prudenziale, e il favorire invece lo scambio, la circolazione di risorse, il gusto della comunione.

Condividi Post ...

La Mercedes

Ho ricevuto via e-mail questa divertente storiella :

L’ho inoltrata per posta elettronica, come spesso si fa, ad alcuni mie contatti …e dopo poco mi è arrivata, in risposta da un amico, quella che potrebbe essere la versione ‘pastorale’ della stessa storiella.

L’ho trovata divertente e mi faceva piacere condividerla con tutti voi, per farvi sorridere, sperando che nessuno si offenda…

Condividi Post ...

Dio: verità inverosimile e perciò vera!

A Natale Dio ci sorprende, colpisce la nostra ammirazione, ci attrae. Se l’incanto finisce troppo velocemente, se il tutto si riduce ad un fugace intenerimento del cuore, se l’ammirazione è debole allora qualcosa non funziona. È probabile che abbiamo ridotto il mistero a qualcosa di ‘verosimile’, e quindi di quasi vero, e perciò di falso, che sa di cartone e di bigiotteria. Se ci pensiamo bene è ‘inverosimile’ che Dio, bastevole a se stesso, si prenda la briga di entrare nella storia, di abitare la terra, ma questo è terribilmente vero. È ‘inverosimile’ che il Totalmente Altro, che si identifica con il cielo si sia fatto carne, eppure questo è sorprendentemente vero. È del tutto ‘inverosimile’ che il Signore abbia deciso di iniziare la sua avventura coinvolgendo una ragazzina ebrea di periferia, tuttavia questo risulta stupendamente vero. È necessario allora superare l’apparenza e assaporare la sostanza, lasciarci incantare dalla Verità che sta oltre. Oltre la scorza delle abitudini religiose. È un Dio che viene e si lascia toccare per chi indaga con il desiderio della mente e del cuore, per chi va in profondità. Questa operazione spirituale, o se volete questo esercizio della mente e del cuore andrebbe vissuto non solo in momenti canonici e solenni, talvolta un po’ artefatti e scontati, come sono i nostri Natali, ma nel dipanarsi ordinario della concretezza della vita. Scopriremo che Dio si prende cura di noi come un padre innamorato.

A prima vista la cosa ci può apparire infantile o demodé, roba da altri tempi, insomma improbabile e quindi ‘inverosimile’, ma a questo punto niente di più vero, di più serio, di più bello. Impareremo che Dio abita ogni frammento del nostro tempo affettivo, famigliare, lavorativo, religioso. Lui è li, anche dentro al vuoto e al male che soffriamo. Lui intende incontrarci, educarci, liberarci, amarci. Qualcuno potrebbe ritenere che questa è materia da mistica ‘inverosimile’, eppure nulla di più sconcertatamente vero. Lui nasce e noi nasciamo come credenti quando ci lasciamo incontrare e amare, quando entriamo in relazione con Lui. Possibilità ‘inverosimile’ e proprio per questo verissima. Fin qui abbiamo giocato con il principio che ‘ciò che è verosimile è falso e ciò che è inverosimile è vero’. Ora permettete che affrontiamo la luce del Natale dalla prospettiva di un secondo principio che suona così: ‘La verità va sempre in coppia’. È regola di comune esperienza. Per comprendere la verità della vita è necessario patire la verità della morte. Imparo ad apprezzare la mia identità quando imparo ad apprezzare e ad avvicinare l’identità altrui. Scopro il mio io quando interagisco con il tu. E così via. Le verità vanno a braccetto, si danno la mano. Assodato questo fondamento, possiamo dire che a Natale il Mistero di Dio svela se stesso e così facendo richiama e svela il mistero dell’uomo.

La luce della Verità accende la verità dell’uomo. Continuando potremo affermare che la Verità che è Dio richiama, illumina, valorizza, ordina, lega insieme e fa danzare ogni frammento di verità intorno a sé. Detto diversamente, Dio non solo domanda alla mente e al cuore di indagare e di scrutare la Verità, di riconoscere la presenza del suo Mistero dentro alla nostra storia, ma anche di cercare in ogni direzione e in ogni ambiente tracce e frammenti di verità. Di tenere la mente e il cuore aperti e liberi. Quando si difende a spada tratta la propria verità assolutizzandola, rinunciamo presuntuosamente alla verità dell’altro e facciamo morire la nostra. Il motivo sta proprio nel fatto che le verità si cercano, domandano di stare in coppia, si spiegano mettendole a confronto. Separandole e mettendole in contrapposizione si crea confusione e povertà. In somma sintesi a Natale e dal Natale Dio viene concepito e a sua volta concepisce il credente. Un discepolo non dalla testa ottusa, ma libera che non finisce mai di meravigliarsi e quindi di imparare.   Vi sembra inverosimile?  Auguri!

(Natale 2007 – dal Bollettino delle Parrocchie della Val Meduna)

Condividi Post ...

Gratuità a tutti i costi?

Forzando un momentino le cose, provo a condividere ciò che ho cercato di proporre come riflessione nell’ultimo incontro del gruppo catechisti. È un’analisi e una provocazione buona per tutti coloro che ci tengono alla fede e che sono consapevoli del loro ruolo di educatori alla fede come genitori o nonni. Son partito da un dato di fatto che è sotto gli occhi di ogni operatore pastorale che voglia procedere con onestà. Non solo qui a Meduno-Tramonti, ma in tutta la realtà diocesana, e direi nordica, si dice di sì al catechismo e pacificamente di no alla liturgia. Gli sforzi ecclesiali vanno nella direzione di una pastorale dell’iniziazione e della missione e tuttavia quello che si raccoglie è una frequentazione troppo consumistica. Normalmente, anche questo è dato della realtà, le reazioni degli addetti ai lavori sono di lagna da una parte, col suo contorno di insistenze nervose, di sbotti infastiditi, di ansia da risultato, di scontentezza e di amarezza, dall’altra di superficialità, fatta di abitudine, di ripetitività, di stanchezza dove l’educatore alla fede è il primo a non crederci.

Guardando allo stile pastorale di Gesù, perfetto catechista anche se non proprio così riuscito se esaminato con criteri umani, si scopre una misteriosa reazione di fronte alle resistenze e ai fallimenti incontrati e sofferti. Gesù reagisce alla chiusura con l’apertura massima, con la gratuità. Lui semina in modo esagerato, eccedente, inizia dal terreno duro, dalla strada e non smette. Semina senza calcoli, fiducioso e appassionato.

Son convinto che dal suo atteggiamento c’è parecchio da apprendere. Superando le tentazioni e le sabbie mobili della lagna e della superficialità, reagendo con tenacia e gratuità ne guadagnerebbe la qualità del nostro servizio di educazione alla fede. Diverrebbe autentico, generoso, gratuito appunto. Aumenterebbe pure l’efficacia dell’educare alla fede perché tutti s’avvedrebbero che si tratta di un servizio vero, senza amarezza, più convincente. Insomma, senza voler negare l’importanza di affinare i metodi, di organizzare i progetti, senza snobbare la fatica tecnico-organizzativa, ritengo che la centralità spetti alla dimensione spirituale, che noi abbiamo chiamato gratuità.

Una seconda considerazione positiva e di speranza che possiamo elaborare in merito è l’invito a collocarci da una prospettiva nuova, differente. Mi spiego. Oggi si fa un gran parlare di post-cristiano. Ancora dalle parti del Concilio Vaticano II si discuteva di secolarizzazione, di mondanizzazione, di perdita del senso del sacro e del religioso, di eclissi di Dio e via dicendo. È una prospettiva da tenere in considerazione ovviamente, pur permanendo tutta una serie di elementi tipici della cristianità di un tempo come la richiesta della catechesi parrocchiale, la domanda dei sacramenti, dei funerali, delle benedizioni, il bisogno dei simboli. Cose tutte da valorizzare e da far maturare.

In ogni caso forse è l’ora di iniziare a metterci in una prospettiva di pre-cristianità dove un po’  tutto è da inventare e da definire. È la situazione delle Chiese primitive, la situazione di Pietro e di Paolo. Osservando la realtà da questo fronte si può recuperare l’entusiasmo degli inizi, la voglia di condividere ciò che di più bello si possiede, la fedeltà diviene gioiosa contagiosa, il servizio di educazione alla fede gratuito. Quindi gratuità a tutti i costi non per auto imposizione volontaristica, ma per slancio, per desiderio, per ragioni di speranza.

(Natale 2009 – dal Bollettino delle Parrocchie della Val Meduna)

Condividi Post ...

Crisi economica o crisi dell’anima?

 

Audio Omelia del 25.11.2012

Domenica 25 novembre 2012

Letture: Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu­deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con­segnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Condividi Post ...

Il tempo della gratitudine

 

Audio Omelia del 18.11.2012

Domenica 18 novembre 2012

Letture: Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13, 24-32

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Condividi Post ...