Vian – “Card. Marco Cé”

Casa Leonori (Santa Maria degli Angeli – Assisi),  29 gennaio – 01 febbraio 2018

“Memoria del futuro. Da 150 anni il prete a servizio dell’AC”

Il Convegno è stata anche occasione per conoscere alcune figure di assistenti che hanno segnato con la loro presenza tappe significative della storia dell’AC.

Di seguito è possibile ascoltare l’intervento di Giovanni Vian (Università Cà Foscari Venezia) sulla figura del“Card. Marco Cé”.

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Gualtiero Sigismondi – Quale prete per questa AC

Casa Leonori (Santa Maria degli Angeli – Assisi),  29 gennaio – 01 febbraio 2018.

“Memoria del futuro. Da 150 anni il prete a servizio dell’AC”

Da lunedì 29 gennaio a giovedì 01 febbraio 2018 presso Casa Leonori (Santa Maria degli Angeli – Assisi) si è svolto il Convegno “Memoria del futuro. Da 150 anni il prete a servizio dell’AC” al quale hanno partecipato gli assistenti, regionali, diocesani e parrocchiali di AC.

Di seguito è possibile ascoltare la relazione “Quale prete per questa AC” di mons. Gualtiero Sigismondi, assistente generale dell’Azione Cattolica e vescovo di Foligno.

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Andrea Grillo “Un tempo creativo …”

Roma, 10-11 febbraio 2018

Laboratorio di Progettazione Associativa Tempo “Pieno”: Adulti e tempi della vita associativa

Il Laboratorio di Progettazione Associativa del Settore adulti AC si è concentrato sulle dinamiche del “tempo” nella vita adulta. La modalità del laboratorio chiama tutti ad essere protagonisti pronti a condividere esperienze utili per dare respiro e spinta al percorso associativo del Settore.

Nella mattinata di domenica 11 febbraio si è approfondito l’aspetto del “tempo”con l’aiuto del teologo Andrea Grillo. Di seguito è possibile ascoltare l’audio della sua relazione “Un tempo creativo…”.

 

 

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Il tempo ultimo e il tempo presente

Giudizio Universale di Pietro Cavallini – Basilica di Santa Cecilia in Trastevere

Meditazione teologica sul Giudizio Universale di Pietro Cavallini

Roma, 10-11 febbraio 2018

Laboratorio di Progettazione Associativa Tempo “Pieno”: Adulti e tempi della vita associativa

Il tempo che ci separa dalla fine si sta accorciando, gli stiamo andando incontro in un pellegrinaggio senza pausa. Ancor prima però c’è il movimento di Dio che viene verso noi. I passi di Dio si affrettano dentro il giardino della storia mettendo le ali ai piedi di coloro che non hanno paura e non scappano.

Il tempo ultimo, quello del giudizio, provoca ed interpella il presente trasformando il Kronos, il tempo materiale, in Kairos, il tempo provvidenziale. Il tempo acquisisce così bellezza e senso.

Di seguito è possibile ascoltare l’audio integrale della mia meditazione biblica sul Giudizio Universale di Pietro Cavallini

 

San Giovanni e sei apostoli alla sinistra di Cristo

 Maria e sei apostoli alla destra di Cristo

Cristo in trono circondato dagli angeli

 Particolare di Cristo in trono

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Gesù lavoratore a tempo indeterminato.

 

Roma, 27 e 28 gennaio 2018 – Giornate della Progettazione Sociale

La comunità inTraPrendente

Le due immagini di Gesù operaio, dal padre Giuseppe aveva imparato il mestiere di falegname, e Gesù profeta itinerante impegnato nella predicazione, a volte faticosa ed estenuante, evidenziano come il lavoro sia da sempre vocazione di fondo dell’uomo.  Il lavoro dà senso e dignità alla vita stessa. Nel contesto attuale si avverte forte la necessità di una riflessione sulla giustizia sociale con conseguente umanizzazione del lavoro a cui tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo.

Di seguito è possibile ascoltare il mio intervento alla Veglia di preghiera per la due giorni di progettazione sociale, “La comunità inTraPrendente”, organizzata dal Mlac (Movimento Lavoratori di Azione Cattolica) svoltasi a Roma il 27 e 28 gennaio scorsi presso la Domus Pacis.

 

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l'ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.

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Paola Springhetti (giornalista) ai membri del Mlac. L’arte di comunicare.

 

 

 

 

Azione cattolica: Mlac, due giornate di progettazione sociale.

Nelle giornate del 28 e 29 gennaio scorso si è svolta a Roma, presso la Domus Pacis, l’XI Giornata della Progettazione Sociale promossa dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC).

Nel corso delle due giornate di progettazione sociale è intervenuta la giornalista Paola Springhetti affrontando il tema: “Comunicare nella comunità”.

Molti i punti di criticità messi in luce dalla giornalista come ad esempio l’uso depotenziato di strumenti importanti per la comunicazione quali: social network, locandine, sito associativo …

Uno dei nodi cruciali evidenziato è l’autoreferenzialità: “Spesso facciamo ancora l’errore di realizzare prodotti comunicativi che piacciono a noi e non ci chiediamo se piacciono agli ‘altri’, chiunque siano questi altri che vogliamo raggiungere”. Altro errore è considerare la comunicazione come una attività intermittente: “Quando c’è un evento o un nuovo progetto ci si ricorda che la comunicazione è importante, ma si parte già svantaggiati perché il sito non c’è o è povero e mal indicizzato, la pagina Facebook ha tre follower, nel gruppo non c’è nessuno che sappia produrre un contenuto…”.

È importante eliminare autoreferenzialità e comunicazione ad intermittenza solo così  è possibile dare efficacemente visibilità ai propri progetti e alle proprie azioni associative.

Di seguito è possibile ascoltare la relazione della giornalista Paola Springhetti

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Ricordare, portare al cuore

 

 

 

 

 

 

Qualche giorno fa in un tweet scrivevo:

“Fa bene ricordare (portare al cuore) gli eventi vissuti. Dalla memoria arriva un desiderio di futuro. Non siamo soli. Abbiamo Qualcuno che ci apre alla speranza!”.

È con questo spirito che ho implementato i miei canali social con foto e video di momenti di vita vissuta nelle comunità, in famiglia e in viaggio.

Qui di seguito ne condivido i vari link…

Ricordi di famiglia…

Anniversario  di matrimonio dei miei genitori

Viaggi …

Pellegrinaggio in Terra Santa (2008)

Oxford (2009)

Spagna 1 ; Spagna 2 ; Spagna 3 ; Spagna 4 ; Spagna 5 ; Spagna 6 ; Spagna 7   (2010)

India 1 ; India 2 ; India 3 ; India 4 ; India 5 ; India 6 (2010)

Camaldoli (2011)

Sardegna (2011)

Tour & Pellegrinaggio in Polonia (2013)

Tour & Pellegrinaggio in Puglia (2014)

Perù (2014)

Parrocchia di Prata …

Video vari 

Parrocchie di Villotta-Basedo e di Taiedo-Torrate …

Entrata nella parrocchia di Taiedo-Torrate

M’illumino di meno (2017)

I giovani salutano Don Fabrizio

Saluto a Don Fabrizio 8 ottobre 2017 

Video saluto con alcuni momenti di vita comunitaria nelle parrocchie TVTB

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Saluto di don Fabrizio De Toni all’Azione Cattolica

Passaggio inatteso e disorientante la chiamata ad entrare in forze presso il Centro nazionale come Assistente degli adulti di Ac. Appena concluso il mio mandato quinquennale come Vicario episcopale per la pastorale nella diocesi di Concordia-Pordenone ero proiettato per almeno altri tre anni come “regista” della Visita Pastorale da pochissimo avviata. Inoltre in diocesi ci stiamo accingendo a por mano ad una energica riorganizzazione dei servizi di curia.
La proposta arrivava energica e suscitava alcune perplessità: uscita di scena dal campo di gioco diocesano in un frangente delicato, congedo da due comunità parrocchiali con le quali si è condiviso un cammino intenso ma nel contempo troppo breve, famiglia con due genitori piuttosto acciaccati che vivono con a carico mio fratello disabile. Il discernimento non si è protratto per molto per arrivare al “sì”.
L’elemento che ha fornito la spinta ultima? Nessuna avance o messa in atto di ammiccamenti per arrivare al Centro nazionale. Era chiara per me che la domanda arrivava dalla Chiesa e dallo Spirito. Perché dire di no a qualcosa che Dio gradisce? E quindi, consapevole di tutta la mia povertà scendo dal Nord… sereno. Prendendo a prestito il linguaggio di Paolo di Tarso, arrischio di “vantarmi” di due dati oggettivi.
Per buona parte debbo la maturazione e la sagomatura del mio profilo vocazionale proprio all’Azione Cattolica, per la quale ho lavorato in questi ultimi anni come Assistente diocesano. Infatti, ho armeggiato come educatore Acr e più tardi Acg. Quindi un certo gusto per la formazione e per una azione pastorale includente i laici mi viene di lì. L’altro elemento di cui vado fiero è una “spina” che mi è stata conficcata nella carne all’età di trent’anni. Sono caduto in uno stato depressivo drammatico. Una debacle trasformatasi successivamente in storia di salvezza. Sono come rinato vocazionalmente: «Quando sono debole è allora che sono forte (2Cor 12,10)»! È il Magnificat che mi sgorga spontaneo dal cuore e non lo posso tacere. Ho appreso che l’arte formativa di Dio è “altra” rispetto ai nostri schemi rigidi e codificati. Lui ama e chi-ama sempre, in modo permanente, forma e plasma i sui figli in ogni frammento della vita, prove incluse. Lungi dall’avvilirmi o dallo spaventarmi è una verità che mi entusiasma, e mi attira esattamente là dove gli aspetti formativi vengono messi all’ordine del giorno.
Conoscendomi, lo dico in modo umoristico, penso che dovrò intercedere ogni mattina la grazia di non dimenticarmi che in AC non sarò il parroco ma l’assistente. La squadra con la quale collaborerò, e che ho già iniziato ad apprezzare, saprà certamente tenere a bada certe smanie adolescenziali. Desidero effettuare un ingresso e una permanenza accentuando l’atteggiamento dell’ascolto: di una memoria e un patrimonio straordinario, di ben 150 anni; di una famiglia piuttosto ricca nei suoi differenti livelli e articolazioni; di una prospettiva missionaria che non si accontenta di conservare le sue economie interne.
Avendo presente l’intervento provocatore e profetico di Papa Francesco al Fiac, il 27 aprile di quest’anno, e l’appassionata relazione del Presidente Matteo Trufelli all’ultima Assemblea nazionale, mi piace l’immagine casalinga della “gamba del tavolo”. Tra Preghiera, Formazione, Sacrificio, Apostolato la zampa prioritaria nella Chiesa sognata in Evangelii gaudium è quella dell’Apostolato, ovvero della Chiesa in uscita.
In uno scenario di identità deboli e aggressive è necessario vigilare sulla tentazione di arroccarsi nella cittadella dei convinti o nel lasciarsi andare allo scoramento. Più che a contarci nei numeri, a badare alle proprie economie di sussistenza o ad occupare spazi di visibilità, siamo sollecitati ad essere Chiesa e Associazione “inquieta”, libera di uscire dalla ripetitività e scontatezza, pronta ad incontrare, ad immergersi tra la gente per narrare la bellezza del Vangelo, impegnata ad educare alla corresponsabilità ecclesiale e sociale, in continuo discernimento coraggioso ed evangelico di ciò che è buono, vero, giusto, bello.
Per concludere, avverto che l’avventura associativa che s’avvia è come una sorta di “secondo annuncio” per me. Sento di essere nuovamente evangelizzato. Mi vengono riproposte le ragioni fondanti del credere per dare a mia volta ragione della fede che mi abita. Insomma, una immersione a tempo pieno nell’Ac, per la quale domando la vostra preghiera perché sia “battesimo” vero e fecondo.

don Fabrizio,
28 settembre 2017

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Perdono o non perdono?

Commento al Vangelo della XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Mt 18,21-35)

Il titoletto fa eco al giochetto infantile del bambino che spiuma la classica margherita con il “m’ama non m’ama” affidandosi alla sorte. Siamo nel discorso ecclesiale del vangelo di Matteo, il penultimo. Ne emerge un Gesù misericordioso ed estremamente esigente in fatto di misericordia. Tant’è che chi si rifiuta di essere misericordioso si vedrà ritirata la misericordia di Dio. Terribile… non perché minaccioso, ma nell’essere esigente. A Pietro risponde: ‘Non ti dico (di perdonare) fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette’. All’uomo Dio perdona in modo illimitato, gratuito, immeritato… preveniente, senza attendere la richiesta di perdono. Perciò attende una risposta generosa, ad immagine e somiglianza della sua. Commoventi le testimonianze di perdono narrate a Papa Francesco nel suo recente viaggio in Colombia. Pastora Mira Garcìa accoglie, cura e offre il letto del figlio assassinato al giovane che lo aveva ucciso, senza lasciarsi andare al desiderio di fargli del male. Juan Carlos Murcia a dieci anni viene assoldato nelle Farc. Lo indottrinano, gli insegnano che Dio sono le armi e il denaro. Ora chiede perdono e ha fondato una associazione che insegna ai giovani che vivono nella povertà a fare sport. Qui non solo si supera il canto selvaggio di Lamec (Gen 4,23-24), il cui nome significa distruzione. Egli infatti dichiara che sarà vendicato settantasette volte. Si va oltre, ribaltando completamente la logica, superando anche quella della legge del taglione. Si è chiamati a perdonare settanta volte sette. La prassi della misericordia invoca contestualmente giustizia e verità, altrimenti non c’è argine per la violenza. In ogni caso, la regola del perdono e della riconciliazione è sovrana, ci umanizza, apre ad una prospettiva di pace. In uno scenario europeo intossicato da urlatori populisti, da individualismi e paure, e in un contesto mondiale polarizzato, conflittuale, dove a minacce si reagisce raddoppiando le minacce urge opporre con tenacia una sensibilità altra, una cultura dell’incontro (come la definisce il magistero), una ricerca della verità che tende alla libertà e alla gioia di sapersi abbracciare e perdonare.

Don Fabrizio De Toni

 

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