Decodificare le tracce di Dio

 

12_11

 

 

 

 

 

Riflessione – Terza domenica di Avvento 2016

Terza Domenica di Avvento 2016

Affrontiamo il racconto di Matteo dove campeggiano due figure profetiche. Gesù l’uomo delle certezze, Giovanni quello del dubbio. Proviamo a rintracciare l’elemento della SOSTA tenendo presente il tema di UAP: ‘Una sosta attesa’. Operazione un po’ azzardata, ma che può dare i suoi frutti. Giovanni si trova in carcere, precisamente nella fortezza di Macheronte ad Oriente del Mar Morto. Una sosta forzata la sua. E’ in una condizione disumana, afflitto dal senso di abbandono e di fallimento. Sorprende il fatto di come riesca a trasformare il riposo coercitivo in un tempo formativo. La cella diventa un eremo, uno spazio spirituale per interrogarsi ed interrogare.  Gli frulla la domanda se è proprio Gesù il Messia che deve venire o se si debba aspettare un altro. Nella sua ricerca coinvolge i discepoli, li manda ad informarsi direttamente. La vicenda del Battista mi richiama la storia di Loius, il protagonista di ‘E’ solo la fine del mondo’. Questo giovane drammaturgo ‘si forza’ per un rientro a casa dopo anni di assenza. Si autoimpone una sosta domestica per rintracciare la sua identità smarrita. E’ confuso. Il suo arrivo tuttavia è controproducente, esaspera l’incomunicabilità della famiglia. I quesiti non troveranno risposta e la conclusione è amara. Per il Battista la conclusione ha un esito differente. Il silenzio e la sosta forzata del Macheronte gli consentiranno di decodificare i segni della presenza di Dio e il senso della sua vocazione di profeta. Il tempo di Avvento ci esorta a ritagliarci degli spazi di meditazione. Per ricavarli può essere necessario forzare l’organizzazione del tempo, imporceli con libertà. Immagino per esempio una meditazione nella solitudine, o una pausa serena e sciolta da incombenze vissuta in famiglia. Le tracce di Dio non mancano. Quanti le decodificano restituiscono lucidità alla sguardo interiore, e provano… pace.

 

 

Clicca sull’immagine per maggiori informazioni sulla proposta “Un attimo di pace”s5_logo

Condividi Post ...

DE PALO: Dipingere il mondo con i colori della fraternità

untitled
Il 6 dicembre 2016 si è tenuto un incontro sulla missione della famiglia nella società, presso il Centro pastorale  Seminario di Pordenone. La serata era promossa dalla Commissione per la formazione permanente del clero in collaborazione con Pastorale Famigliare.
Ospite e relatore Gianluigi De Palo, Presidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari. Ha proposto una riflessione dal titolo “Dipingere il mondo con i colori della fraternità”, con riferimento all’esortazione Amoris Laetitia di Papa Francesco.

Audio della relazione di Gianluigi De Paolo

Condividi Post ...

“Brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”

12_04

 

 

 

 

 

 

Riflessione – Seconda domenica di Avvento 2016

Seconda Domenica di Avvento 2016

‘Una sosta attesa’: così recita lo slogan di Un Attimo di Pace, facendo il verso all’Avvento, che è tempo di attesa e di sospensione. Partiamo dall’idea del riposo e della sosta, che per noi non è fare la nanna o rimbambirci, ma recupero di energie. Un riposo dinamico, finalizzato ad un incontro.

Rintraccio nella pagina di Matteo, che presenta il profilo del Battista, due elementi imparentati con il riposo. ‘Giovanni Battista predicava nel DESERTO’. Più sotto: ‘Egli è voce di uno che grida nel DESERTO’.  Esso è luogo fisico e simbolico di potente suggestione. Mi piace rievocare la figura di Elia, il profeta di fuoco. Il padre dei profeti, e quindi anche del Battista. Egli si inoltra per una giornata di cammino nel DESERTO. Si isola, la sua è una sosta drammatica e penosa. Vorrebbe lasciarsi morire. Esistono silenzi e pause prolungate che sono sintomo di un malessere profondo. Silenzi da curare. Elia tuttavia trasformerà il suo deserto in una pausa feconda. Incontra sull’Oreb Dio, che lo accarezzerà come sussurro di brezza leggera, come ‘voce’ di silenzio sottile. Elia scappava. Dopo il deserto e grazie al deserto riprenderà il suo servizio profetico.

Individuo inoltre l’idea della sosta in ciò che accade attorno al Battista. ‘Gerusalemme e la Giudea accorrevano a lui’.  Quindi, la città interrompe i suoi ritmi frenetici, entra nel deserto, fa silenzio, ascolta. E’ una sorta di ritiro spirituale non imposto, per il quale ci si sente attratti.

Vedete, il deserto può far male e spaventare, essere una landa di ululati solitari, di sciacalli e di scorpioni velenosi. Nel silenzio possiamo incontrare i démoni che ci abitano. Forte è la tentazione di scappare stordendoci con il super lavoro, con la musica a tutto volume, con le connessioni virtuali mai interrotte. Eppure basta anche una piccola, coraggiosa sospensione, una preghiera nuda per assaporare la dolcezza di Un Attimo di Pace

 

s5_logo

Clicca sull’immagine per maggiori informazioni sulla proposta “Un attimo di pace”

Condividi Post ...

Riconoscere un bene più grande. L’unità di vita del presbitero-assistente

untitled“Riconoscere un bene più grande”: questo l’auspicio, mutuato dal n. 235 di Evangelii Gaudium, espresso dall’Incontro nazionale degli Assistenti dell’Azione Cattolica che si è tenuto ad Assisi dal 24 al 27 ottobre.

La prima parte era legata alla vita del prete con l’obbiettivo di approfondire la questione dell’unità di vita, per superare quella frattura tra essere e agire. Come del resto anche la frammentazione tra i tanti impegni a cui sono sottoposti i preti oggi. Il discorso tenuto da Papa Francesco nel maggio scorso davanti all’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana era il filo conduttore. Attraverso le parole del Pontefice, che aveva riletto la vita dei presbiteri attraverso una triplice appartenenza al Signore, alla Chiesa e al Regno, si sono ritrovati i tratti più caratteristici dell’identità presbiterale.

P. Amedeo Cencini, dei padri Canossiani, è intervenuto con una riflessione dal titolo: Appartenere a Cristo. Un incontro che da “sapore” alla vita.

Audio della riflessione di P. Amedeo Cencini

 

Condividi Post ...

Fede e Poesia – P. David Turoldo nel centenario della nascita

libreria-editrice-vaticana-pordenone-2016-locandina-fede-e-poesiaMercoledì 26 ottobre

Pordenone – Duomo Concattedrale S. Marco

Padre David Maria Turoldo è nato il 22 novembre 1916 a Coderno (Ud). In occasione del centenario della sua nascita, la Libreria Editrice Vaticana ha invitato presso la Concattedrale di Pordenone p. Ermes Ronchi, anch’egli frate dell’Ordine dei Servi di Maria e friulano. imagesNel suo intervento definisce Turoldo come “Maestro, fratello, amico”. Si è arricchito la serata con alcune poesie dell’amico lette da Orazio Coclite.

 

Condividi Post ...

Il peccatore di fronte a Dio misericordioso secondo S. Paolo

 

libreria-editrice-vaticana-pordenone-2016-locandina-il-peccatore

Martedì 25 ottobre 2016 – Teatro del Seminario Vescovile di Pordenone

Prolusione dell’Anno Accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Rufino di Concordia”  in Portogruaro e dello Studio Teologico del Seminario Diocesano “Card. Celso Costantini”.

 

 

 

 

untitled

Audio della relazione del Prof. Mons. Romano Penna docente emerito della Pontificia Università Lateranense di Nuovo Testamento.

Condividi Post ...

Mistero grande

images38SI3VXD

Il cammino di discernimento ecclesiale dal Concilio Vaticano II ad oggi ci ha resi consapevoli che la nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla chiesa domestica (la famiglia) e che il primo modo proprio dei coniugi per evangelizzare è crescere nella qualità dell’amore che li lega. Un amore bello è contagioso, affascinante ed edifica le nuove generazioni dando loro una base solida sulla quale costruire il futuro.

Aiutare le coppie a crescere in unità e in qualità d’amore è quindi una priorità delle chiese diocesane e delle parrocchie.

In Amoris Laetitia, papa Francesco ci aiuta a focalizzare un concetto importante: «La pastorale matrimoniale deve essere prima di tutto una pastorale del vincolo, dove si apportino elementi che aiutino sia a maturare l’amore sia a superare i momenti duri. Questi apporti non sono unicamente convinzioni dottrinali, e nemmeno possono ridursi alle preziose risorse spirituali che sempre offre la Chiesa, ma devono essere anche percorsi pratici, consigli ben incarnati, strategie prese dall’esperienza, orientamenti psicologici. Tutto ciò configura una pedagogia dell’amore». (Francesco, Amoris Laetitia, 211)

Nella riunione del Consiglio Pastorale Diocesano del 14 ottobre scorso abbiamo conosciuto alcune esperienze e realtà ecclesiali strutturate e verificate che operano nella pastorale del vicolo aiutando a maturare l’amore. Le esperienze presentate sono state:

  1. The Marriage Course  (www.misterogrande.org/tmc)
  2. Seminari per sposi (www.misterogrande.org/seminari)
  3. Comunità Familiari di Evangelizzazione (www.misterogrande.org/cfe)

untitled

 

Audio delle esperienze presentate

 

Condividi Post ...

Giubileo dei lavoratori del Friuli Venezia Giulia con Bregantini

images1

Audio dell’intervento di Mons. Bregantini

images

Articolo pubblicato su Avvenire – domenica 16 ottobre 2016

MONFALCONE  Da Nazareth a Monfalcone, là dove «il pane quotidiano è sudore, ma anche condivisione ». Lo ricorda Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso, operaio in gioventù. Ai lavoratori riuniti per il giubileo interdiocesano del Friuli Venezia Giulia alla Fincantieri, all’ombra delle bellissime navi in costruzione, i vescovi di Gorizia, Udine, Trieste e Concordia Pordenone distribuiscono una pagnotta di pane con incisa una croce. A pochi metri, un casco, un contratto, un computer.

La dignità del lavoro è uno dei nomi della misericordia di questo giubileo, puntualizza l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli. Dignità che significa sicurezza del lavoro e sicurezza nel lavoro. Le diocesi non potevano scegliere luogo più simbolico per la riflessione, presenti anche lavoratori musulmani con un imam, cristiani ortodossi, col sacerdote che li accompagna, e fedeli di altre religioni. Alla Fincantieri – evidenzia la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, DeboraSerracchiani – il lavoro è assicurato fino al 2022, quando il gruppo varerà le prime navi cinesi, e poi si andrà oltre. Un lavoro, fra l’altro, carico d’innovazione, oltre che di capacità professionale. Lo conferma anche il direttore di stabilimento, Roberto Olivieri, che illustra un altro aspetto: le culture della tutela sempre in evoluzione. Ma, a proposito di misericordia, ecco il delegato di fabbrica che denuncia il licenziamento di tre lavoratori pizzicati mentre dormivano. Per Bregantini nessun dubbio: la bottega di Nazareth resta, per antonomasia, il luogo della dignità del lavoro, con quel maestro Giuseppe che insegnava come il pane fosse il frutto della fatica, ma dovesse significare anche condivisione. Condivisione che riguarda, puntualizza ancora il vescovo, «la santità della domenica» da rispettare. La consegna del giubileo, concluso con la recita del Padre nostro, sta nel monito di Papa Francesco rilanciato da Bregantini: il lavoro sia libero, creativo, partecipativo, solidale, con equo salario.

Francesco Dal Mas

 

Condividi Post ...

Pastorale della rotatoria

Il titolo viene da alcune letture di recenti riviste di pastorale e dall’osservazione sul campo. Lasciamo per un momento l’immagine stradale di partenza per introdurne una di tipo domestico. Massimo Nardello su ‘Settimana’ individua il freno nei processi di cambia
mento ecclesiale in una ‘pastorale a cucù’ http://www.settimananews.it/pastorale/una-pastorale-a-cucu/. Il famigerato rotatoria-per-soli-ciclisti-306971volatile fa capolino dalla casettina ad orari fissi. All’inizio viene ascoltato con simpatia, in seguito essa lascia il posto all’insofferenza per un verso già noto e ripetitivo. L’icona ornitologica rimanda ad una

attività ecclesiale dejà vu, scontata, rimasticata che non attrae nessuno, anzi suona molesta e sgradevole. E’ nota a tutti l’insistenza nel magistero popolare di papa Francesco di smetterla con ‘il si è sempre fatto così’. Il ‘metodo del cucù’ si irrigidisce su schemi fissi privi di elasticità, e così le prediche si ripropongono uguali a se stesse di anno in anno. Gli itinerari formativi, che nei bei tempi funzionavano, rimangono inalterati attribuendo la colpa di una partecipazione striminzita all’insensibilità delle pecore. Ci si stufa e ci si annoia. Tutto sommato l’abitudinarietà all’operatore pastorale consente di sentirsi al riparo, di fuggire l’ansia del nuovo, è… comoda. Una delle varianti di simile modo di procedere è consegnare con ritmo incalzante ed inesorabile eventi, iniziative, proposte senza tregua, convinti che un’azione martellante prima o poi farà presa e sfonderà. Se ci pensate bene, la metodologia del cucù è fortemente autoreferenziale. Si ‘esce’, ma con i piani già belli confezionati, privi di discernimento condiviso e di fantasia, e si ‘rientra’ in tutta velocità, perché non c’è tempo da perdere e ahimè nemmeno per ascoltare. L’invenzione inglese della rotatoria può evocare e sintetizzare la conversione missionaria della pastorale tanto cara a Francesco (vedi EG), ai vescovi italiani (leggasi ‘Il volto missionario della parrocchie in un mondo che cambia’) e alle scelte del vescovo Giuseppe (con la sua ‘I passi della misericordia’). Superando gli incroci tradizionali perpendicolari e fissi, si disegna una traiettoria circolare che permette inserimenti fluidi, mai scontati, dove gli interessati si osservano e condividono le scelte pur dentro a delle regole precise. Fuor di metafora sto pensando all’inedito approccio contenuto e suggerito in Amoris Laetitia, il quale senza rinunciare alla retta dottrina è di natura pastorale. Esso richiede annuncio della bellezza del matrimonio come vocazione all’amore, pazienza, accompagnamento, ascolto, discernimento, integrazione. Qui si incontrano, condividendo un pezzo di strada, il servizio materno ed autorevole della chiesa e le storie diversissime delle coppie e delle famiglie, con il loro bagaglio di straordinaria e fragile umanità. Il progetto strutturale delle Unità Pastorali, a proposito circa la metà è riuscita ad addivenire ad una costituzione giuridica, valica la logica dei confini, del territorio da difendere per allacciare relazioni e alleanze, per condividere risorse e programmazioni in modo agile. Integrandosi si procede in compagnia, non ci si annulla a vicenda, e si trovano mille strategie per innovare con creatività. Le UP sono come il luogo scorrevole per accogliersi con gioia e per incoraggiarsi a scavalcare i recinti, in modo da raggiungere gli itinerari di vita di quanti da tempo hanno traslocato dall’ambiente parrocchiale. La prossima Visita Pastorale triennale annunciata dall’episcopo va in questa direzione. Egli decide, secondo una sapienza storica e collaudata, di ‘uscire’ dagli spazi della curia, che in ogni caso sono un pezzo di chiesa che va presidiato per custodire il gregge, per affiancarsi, senza interrompere nulla, anzi per sostenere, per ‘annusare l’odore delle pecore’, per orientare, per incontrare. In fondo la vita credente è o non è un ‘santo pellegrinaggio’ della carovana di Dio?

 

Pubblicato su ‘Collegamento Pastorale’ della Diocesi di Concordia-Pordenone del 18.10.2016

Condividi Post ...

Giubileo delle Famiglie delle Diocesi del Friuli Venezia Giulia

giubeloDellaFamigliaBonetti

 

 

 

 

 

 

Domenica 25 settembre a Concordia Sagittaria (VE) si è celebrato il Giubileo delle famiglie delle Diocesi del Friuli Venezia Giulia. Un appuntamento condiviso dalle quattro Chiese sorelle, per incoraggiare le famiglie e chiedere in dono la letizia dell’amore.

Nel pomeriggio Don Renzo Bonetti ha tenuto una relazione sulle opere di misericordia in chiave familiare.

Per ascoltare l’audio dell’intervento di Don Renzo Bonetti, clicca qui.

Per informazioni sul Giubileo delle Famiglie FVG, clicca qui.

 

Condividi Post ...