Il suo volto brillò come il sole

Domenica della Trasfigurazione, situata dalla tradizione sul Tabor, monte in disparte.

Si noti il cambio cromatico: si passa bruscamente dalla notte al giorno, dal buio alla luce. L’esperienza del Tabor si infila esattamente tra due profezie di morte.

Gesù annuncia la sua passione. I discepoli sono disorientati, vedono caligine.

Hanno le tenebre nel cuore. Quindi, nel mezzo delle tenebre spirituali esplode una luce accecante.

Gesù rivela la sua identità e il suo futuro di risurrezione. Egli consola  e conferma.

A ben pensarci, questo messia povero, umile e mite che viaggia verso il dono radicale di sé è come una traccia di lava incandescente.

Altro che notte! Pietro e soci lo vorrebbero spavaldo e travolgente. Gesù li stressa, non accontenta la smania narcisista.

É veramente alternativo e in controtendenza.

In una fase storica di tensioni montanti e di aggressività crescente siamo esortati a dar spazio al carisma della dedizione umile e feriale.

Accenderemo fuochi di speranza

don Fabrizio De Toni
Vicario per la pastorale – diocesi di Pordenone

 

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