Sotto una buona stella

Incuriosito dalla pubblicità alla tele e da una recensione di Famiglia Cristiana, mi decido per il film di Verdone ‘Sotto una buona stella’. Risate a crepapelle si sono alternate a commozione e …lacrime, tante. Alla fine della proiezione ne avevo la faccia lavata, eppure non mi sono vergognato. Un film per me liberatorio, intenso e rilassante. Andandomi a leggere alcune recensioni colte e giustamente critiche, ripensandoci sopra con occhi più attenti mi sono fatto un’idea meno entusiasta, e purtuttavia lo trovo comunque un bel film, nonostante le sue cadute di tono. La storia in effetti è una soap opera, leggerina, robetta per attricette. Una relazione interrotta, un padre che ‘abbandona’ i figli, una relazione con una giovane donna rampante, una carriera nel mondo della finanza. Quindi una crisi nell’holding finanziaria rispariglierà le carte, ma sempre di incroci relazionali all’italiana si tratterà.  Il ricorso al linguaggio volgare è regola abituale e centrale, per non citare tutte le ambiguità, le allusioni e le imitazioni del sesso in chiave comica che il regista poteva risparmiarsi. Aggiungasi che Verdone non mi è mai piaciuto, eppure… eppure la visione di ‘Sotto una buona stella’ rimane una buona scelta. C’è qualcosa ‘inside’ che mi convince, che mi attrae. Forse il fascino della bella Cortellesi? Direi che è una attrice splendida e simpaticissima. Non solo fa da àncora al Verdone, ma lo esalta, ne fa uscire il meglio di sé. Una coppia veramente indovinata. In ogni caso, parlando onestamente, l’elemento Cortellesi è importante nel mio giudizio, ma senza esserne quello decisivo. Ecco il punto: ‘Sotto una buona stella’ racconta i sentimenti. Racconta in modo vero sentimenti veri. La pellicola trabocca di tenerezza, di autentici sensi di colpa, di affetto, di repulsione e di attrazione, di innamoramento, di accoglienza e di perdono, di tristezza e di gioia, di noia e di stupore, di rabbia e di allegria. E i sentimenti veraci coinvolgono e commuovono. Ho il sospetto che la bravura nell’interpretare la sequenza dei sentimenti venga dalla trama quasi autobiografica. Gli attori, Verdone in testa, si sono così identificati due volte con il copione, avendo già vissuto nella vita reale esperienze similari. Inoltre, a dare un tocco di struggente umanità, è la fragilità dei personaggi. Essa emerge dalle piacevolissime gags, surreali talvolta e nel contempo molto quotidiane e nostrane. Forse esiste una motivazione ancora più profonda come ragione del mio voto alto al film di Verdone. Mi sto riconvincendo che la vita, per quanto santa e disciplinata sia, rimane cammino dove si fa i conti con la fragilità, il limite, gli imprevisti e gli incidenti vari, il peccato. E per vivere in modo normale e felice, equilibrato e santo, abbisognamo di prenderci in giro un po’, di sdrammatizzare. In altre parole, abbiamo il diritto ad una vita imperfetta. La smania della perfezione a tutti i costi, anche e soprattutto cristiana, ci renderà la vita una condanna, una corsa disperata a fare sempre meglio, complicandoci all’inverosimile le cose. Mi vien quasi da ringraziare il Signore, da ‘dargli un bacio’ per un Verdone, burino quanto si vuole, però capace di rilassarci perché ci restituisce la nostra umanità, bellissima pur con le sue inconsistenze. Umanità da redimere a da amare.

 

Condividi Post ...