La richiesta di una rapida ricognizione sull’Anno della Fede che sta per concludersi, ricognizione di tipo essenziale e concreto, fa venire in mente la celebre richiesta di Davide raccontata in 2 Samuele di fare un censimento. Richiesta che venne sulle prime scoraggiata dagli uomini, vedi Ioab suo generale, e punita da Dio. Una indagine Istat d’altri tempi che manifestava presunzione e smania autocelebrativa. Tuttavia sono del parere che insieme all’umiltà sia necessario salvare anche l’attitudine della riconoscenza. Non vorremmo mica passare per degli ingrati e per dei perennemente brontoloni? Ecco qui di seguito una serie di ‘dati’ oggettivi a testimonianza di un lavoro pastorale corale sulla fede, e che fanno intuire benefici input formativi sul bene della fede, che rimane bene difficilmente misurabile.
Anno della Fede 11 Ottobre 2012 e 24 Novembre 2013. Si è deciso come Diocesi di spendere almeno tre anni pastorali sul tema fede: da vivere, da celebrare e condividere, da testimoniare. Scelta che rivela un orientamento per custodire e nutrire la relazione con Dio. Libera da deformazioni, da freddezze spirituali, da interpretazioni consumistiche e devozionali. Vera e performativa della vita. Si è notata una discreta combinazione di strumenti ed eventi ‘centrali’ (Progetto Pastorale, sussidiazione diocesana, Apertura Anno della Fede 11 Ottobre 2012 presso il Palazzetto dello Sport di Pordenone, offerta di una immagine simbolica di riferimento, itinerari di preghiera mensili, percorsi sui documenti del Concilio…) e vita ordinaria di Parrocchie, Unità Pastorali e Foranie (predicazione omiletica, gestione della liturgia, itinerari catechistici e formativi, lectio divina, accompagnamento dei genitori, oratorio e vita associativa…). La pastorale che si fa sul territorio evidentemente è quella sostanziale e centrale. Tuttavia, maggiore è la condivisione di un percorso a tutti i livelli, maggiore sarà anche il clima complessivo che si genera a tutto vantaggio della fede. Tra i segnali oggettivi del cantiere pastorale ne evidenziamo altri quattro.
1. La nascita del Centro Pastorale Adolescenti e Giovani che ha già compiuto dei passi interessanti. Si dimostra dinamico ed incoraggiante. Esso è stato voluto come strumento di educazione alla fede e come spazio di accoglienza e di coordinamento di ciò che esiste sul fronte giovani.
2. Un investimento energico sulla Pastorale Famigliare. Si è risvegliata una promettente e diffusa sensibilità sulla famiglia, che guarda ad essa come soggetto primario con il quale interagire e che si piega con rispetto e amore sulle storie ‘spezzate’.
3. Il varo della manovra per il riassetto complessivo della Diocesi con il conosciuto Instrumentum Laboris. Fa ben sperare la coscienza consolidata che è arrivato il tempo per un superamento di una pastorale ancorata al campanile, per una vita ecclesiale che, senza smantellare nulla, arrivi a mettere in rete e raccordare.
4. Il rifinanziamento del Fondo Diocesano di Solidarietà, chiedendo innanzitutto ai sacerdoti di donare una loro mensilità, per rispondere alle urgenze della famiglie in maggiore sofferenza per la crisi economica. L’operazione ‘Fondo di Solidarietà’ è stata anche ripresa dalla stampa locale e nazionale. Ribadiamo che, se non fosse stato sufficiente la battuta in apertura, l’intento di queste poche righe non è di dire a noi stessi paroline graziose, adulatorie, ma di evidenziare una grazia che viene dall’alto, che è bene ‘vedere’ e gustare.
Don Fabrizio De Toni *vicario per la Pastorale
(Articolo pubblicato sul settimanale diocesano Il Popolo del 24.11.2013)