Quanto vale una preghiera?

Audio Omelia 20.10.2013

Domenica 20 ottobre 2013

Letture: Es 17, 8-13a; Sal 120; 2 Tm 3, 14 – 4, 2; Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

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2 thoughts to “Quanto vale una preghiera?”

  1. LA FORZA DELLA PREGHIERA

    L’evangelista Luca ci aveva già offerto un passaggio importante sulla preghiera quando ha presentato il Maestro che consegna l’unica preghiera lasciataci in dono: il Padre nostro. Nel Vangelo di oggi emerge “quanto” sia importante rivolgersi con costanza e insistenza al Padre. E, come avviene spesso, Gesù si serve di un racconto per calare nel concreto il suo messaggio. L’insistenza della preghiera è il tema principale della parabola del giudice disonesto. Come egli esaudirà le richieste continue della vedova, così il Padre sarà pronto a soddisfare le nostre richieste. La scelta dei personaggi è significativa: la vedova fa parte di quella categoria biblica che identifica coloro che sono senza difesa: rappresenta chi, anche nella nostra società di oggi, non gode di molte tutele e spesso non ha su chi contare veramente per ottenere ascolto e giustizia. Il giudice, evidentemente non vuole dare ascolto alla voce di questa donna perché non considera importanti le sue richieste e non intende compromettersi troppo. Come non leggere in questo comportamento una similitudine che caratterizza il nostro tempo dove la voce degli ultimi è spesso inascoltata? L’insistenza di questa donna indica come possiamo e dobbiamo rivolgerci a Dio nella preghiera, con la certezza che non ci rivolgiamo a un Dio giudice, ma a un Padre premuroso e attento che cerca e vuole entrare in relazione con noi e conosce fino in fondo ciò di cui abbiamo bisogno. Gesù, narrandoci del giudice ingiusto, che alla fine però, dopo aver temporeggiato, interviene, vuole sostenere la nostra speranza e la nostra preghiera. Se un giudice disonesto risponde, pressato dall’insistenza della vedova, come non credere che Dio non intervenga, pressato dalla nostra preghiera? Il secondo messaggio del Vangelo scaturisce in modo inequivocabile dalla domanda che Gesù pone al termine del brano evangelico: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” E’ una domanda che suona come una forte provocazione che ci interpella tutti. Ciascuno di noi oggi deve sentire questa domanda rivolta a sé. E’ la fede la base da cui partire per leggere e comprendere il messaggio del Vangelo, perché la preghiera, anche se insistente, sarà inefficace se non partirà da un cuore abitato dalla fede e dall’amore. La fede è dono di Dio da chiedere con insistenza e coltivare attraverso la preghiera. La domanda di Gesù contiene anche la promessa del suo ritorno e l’invito a vivere questa attesa fiduciosa nell’impegno concreto a custodire ed aumentare la nostra fede, anche attraverso una vita di amore e di sollecitudine verso il prossimo, soprattutto il più debole.

  2. Papa Francesco consiglia di pregare e di regolarsi così.

    UNA PREGHIERA PER OGNI DITO DELLA MANO

    1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone… di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è ‘un dolce obbligo’.

    2. Il dito successivo è l’indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

    3. Il dito successivo, il medio, è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l’opinione pubblica… Hanno bisogno della guida di Dio.

    4. Il quarto dito è l’anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è lì per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

    5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, “gli ultimi saranno i primi”. Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso… Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole nella giusta prospettiva”.

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