“Voglio una Chiesa povera, per i poveri”

Audio Omelia 04.08.2013

Domenica 4 agosto 2013

Letture: Qo 1, 2; 2, 21-23; Sal 94; Col 3,1-5. 9-11; Lc 12,13-21

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

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One thought to ““Voglio una Chiesa povera, per i poveri””

  1. Il GRANAIO INTERIORE

    Il messaggio essenziale del Vangelo di oggi è talmente chiaro che, in realtà, non ha bisogno d’interpretazione: “Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché la vita di un uomo non dipende dai suoi beni”. E “arricchitevi davanti a Dio!”.
    Dopo la richiesta “Signore, insegnaci a pregare…”, ci troviamo di fronte ad un’altra domanda all’opposto della prima: “Maestro, dì a mio fratello di spartire con me l’e-redità”. Pensiamo a quanti problemi e conflitti sono dovuti alla spartizione di beni o eredità; quante famiglie disgregate per qualcosa che rende più difficile e com-plessa l’esperienza del vivere insieme. La risposta di Gesù sottolinea che la sicurezza della vita e la felicità non sono legate ai beni materiali e che la vita dell’uomo non deve essere manipolata dal potere economico. Come non leggere nelle sue parole una forte richiamo critico che mette in discussione il sistema economico del nostro tempo, che mira a togliere all’uomo la libertà di gestire la propria vita? Nella parabola del ricco stolto Gesù racconta di un uomo “baciato” dalla fortuna, che crede di aver raggiunto una felice e rara situazione di tranquilla sicurezza materiale. Ma il Vangelo dice che tutto questo, in un attimo, diventerà illusorio, entrerà la morte e l’uomo dovrà abbandonare i suoi beni e presentarsi davanti a Dio a mani vuote. Gesù lo definisce stolto non per¬ché cattivo, ma perché, con poca in-telligenza, ha investito sul prodotto sbagliato, sul denaro e non sull’amore; stolto perché non ha compreso la cosa più importante ed essenziale, che qui sulla terra siamo di passaggio e la nostra patria è nei cieli. La vera sicurezza si trova solo in Dio, anzi è Dio l’unica e insostituibile sicurezza dell’uomo e del mondo. Il brano evangelico termina con l’invito a diventare ricchi presso Dio. Questo significa non pensare solo a se stessi ma operare per il bene di tutti, adoperarsi perché ci sia vita piena per tutti, soprattutto per chi è più debole, per chi non conta nulla agli occhi del mondo, ma è prezioso agli occhi di Dio. Gesù non di¬sprezza i beni della terra, offre invece una risposta alla domanda di fe¬licità dell’uomo, indicando che le vere ricchezze, che non tradiscono mai, sono quelle accumulate nel granaio interiore. Arricchire presso Dio significa pertanto cambiare mentalità e cominciare davvero a preoccuparci di meno di quello che abbiamo in tasca e di più di quello che abbiamo nel cuore. Arricchire presso Dio è cercare i fratelli da amare, quelli che stanno vicino a noi, che percorrono le nostre stesse strade, perché proprio li, dove meno ce lo immaginiamo, si trova la “banca di Dio” presso la quale depositare la ricchezza di amore e di dono di sé che non dobbiamo disperdere.

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